Comiso in lutto per il piccolo Raffaele, strappato alla vita a 2 anni

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Grande commozione questa mattina a Comiso per l’ultimo saluto a Raffaele Sallemi, il bambino di due anni morto il 21 agosto dopo essere annegato nella piscina di casa a Caucana. La Basilica di Maria Santissima Annunziata di Comiso non è bastata a contenere le centinaia di persone giunte per manifestare vicinanza alla famiglia.

La celebrazione è stata presieduta dal vescovo, monsignor Giuseppe La Placa, affiancato dal vicario generale don Roberto Asta, dal parroco dell’Annunciata don Biagio Aprile, dal parroco di Maria SS delle Grazie don Mauro Nicosia e da don Franco Ottone, già parroco della Chiesa delle Grazie e che aveva celebrato sia il matrimonio dei genitori di Raffaele che il suo battesimo. Presenti e concelebranti anche don Francesco Vicino, don Salvatore Bertino e don Giuseppe Berenato. Tutti i sacerdoti hanno celebrato con i paramenti bianchi, solitamente usati per il Battesimo.

Durante la celebrazione, il Vescovo ha ricordato anche Carlotta Puccia, la bambina comisana di due anni morta in un grave incidente stradale sulla SS 514 Ragusa-Catania il 10 agosto 2025, parlando di una città segnata dal dolore.

Ecco parte dell’omelia del Vescovo, Mons. Giuseppe La Placa: 

“Siamo raccolti in silenzio, trafitti dal dolore, incapaci quasi di respirare davanti a quanto è accaduto al piccolo Raffaele. Ci è stato strappato dalle mani e dal cuore in un modo che non avremmo mai potuto immaginare. La vita fragile e pura che cominciava appena ad aprirsi davanti alle meraviglie del mondo si è spenta in quell’acqua che avrebbe dovuto essere gioco, freschezza, respiro d’estate. Un destino che appare crudele, incomprensibile. La morte di un bambino come Raffaele, come la piccola Carlotta, pesa più di ogni altra. È una ferita che lacera le nostre certezze perché contraddice l’ordine naturale delle cose. Un figlio non dovrebbe mai precedere i suoi genitori. Eppure, è accaduto e oggi siamo qui con il cuore lacerato, avvolti da un dolore che solo Dio può raccogliere e custodire.

Rivolgendosi ai genitori e ai nonni, chiamandoli tutti per nome, agli zii e a tutti i familiari, ha poi aggiunto:
“Davanti a un dolore come il vostro non ci sono parole che possano consolare. Il silenzio potrebbe bastare perché è l’unica voce capace di esprimere la nostra partecipazione a un dolore così grande, a un mistero così fitto, a una ferita così profonda. Eppure, se oggi osiamo rompere questo silenzio, lo facciamo con infinita delicatezza, quasi in punta di piedi. Non per pronunciare parole nostre, fragili e impotenti, ma per lasciare risuonare la parola che viene da Cristo e dalla sua promessa. Insieme a questa parola vogliamo anche farvi sentire la nostra vicinanza, dirvi che non siete soli. Il dolore che provate è vero, è solo vostro, unico e irripetibile, ma non lo vivete da soli. Oggi la città di Comiso è qui, si stringe attorno a voi non solo per un gesto di semplice solidarietà, ma perché la vita di un bambino appartiene a tutti. Quando un piccolo se ne va, è un’intera città che piange.”

Riflettendo sui perché che tutti ci poniamo davanti a simili tragedie e sul perché il Signore non lo abbia salvato, il Vescovo ha ricordato come si tratti di domande che persino Cristo si è posto davanti alla morte, prima di spirare sulla croce: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”

“Questo grido, che sembra non trovare risposta – ha detto – non è ribellione, è preghiera. È l’affidare a Dio il peso che ci schiaccia, ciò che non riusciamo a comprendere da soli. Non abbiamo risposte, ma abbiamo la presenza di Cristo che ha voluto condividere fino in fondo la fragilità della nostra condizione. Anche il suo perché sulla croce è rimasto sospeso. Non ha mai trovato risposta immediata, ma è stato consegnato al Padre, aspettando l’alba della Resurrezione. Nella fede, quel perché si apre a un’altra domanda: per chi ha vissuto e vive ora Raffaele. Per voi, mamma e papà, che lo avete generato e amato; per i nonni, per questa comunità che si stringe insieme in un unico cordone d’amore, capace di arginare l’onda di dolore.”

Alla cerimonia hanno partecipato anche il sindaco Maria Rita Schembari, il vicesindaco Giuseppe Alfano, alcuni assessori e consiglieri comunali, oltre al deputato regionale Giorgio Assenza. A Comiso, così come a Vittoria, è stato proclamato il lutto cittadino.

Come ricordato anche dal Vescovo, Comiso ha subito, negli ultimi mesi, altri gravi lutti: la morte di Giuseppe Ruscica e della figlia Martina, 71 e 33 anni, in un incidente stradale il 1° agosto, e la morte di Salah Abdi Abukar, 33 anni, in un incidente stradale il 7 agosto. Questi eventi hanno segnato profondamente la comunità, che oggi si stringe attorno alla famiglia di Raffaele in un gesto di dolore condiviso e solidarietà.

Al termine della celebrazione, sono stati fatti volare dei palloncini azzurri.

Video funerali Raffaele Sallemi