
Dopo quasi cinquant’anni, il 4 ottobre rientra ufficialmente nel calendario delle festività nazionali. Il Parlamento Italiano ha approvato la legge che ripristina la celebrazione di San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia dal 1939 per volontà di Papa Pio XII, abolita nel 1977 durante la revisione delle festività civili e religiose.
La decisione comporterà la chiusura di scuole e uffici pubblici, esattamente come avviene per Natale, Pasqua o il Primo Maggio. Tuttavia, i cittadini dovranno attendere fino al 2027 per beneficiare concretamente del nuovo giorno di festa: nel 2026, infatti, la ricorrenza cadrà di domenica, rendendo di fatto invisibile l’impatto della riforma nel suo primo anno di applicazione.
Il ritorno della festa di San Francesco risponde – spiegano i promotori della legge – a esigenze profonde della società contemporanea. In un contesto internazionale segnato da tensioni e conflitti, il richiamo al Santo di Assisi vuole rappresentare un invito alla pace, alla fraternità e alla coesione sociale.
Non solo: in un’Italia attraversata da crescenti diseguaglianze, la figura del “Poverello” che scelse di vivere accanto agli ultimi, ai fragili e ai poveri, viene rilanciata come simbolo di giustizia sociale e solidarietà.