
E’ finita all’alba di oggi la latitanza di Gianfranco Stracquadaini, 49 anni, noto come “faccia d’angelo”. L’uomo è stato arrestato nel centro storico di Comiso, al termine di un’operazione congiunta della Squadra mobile di Ragusa, e della Sezione Investigativa di Supporto alla Criminalità Organizzata (Sisco) di Catania.
Stracquadaini era latitante da un anno e mezzo, ricercato su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, per il tentato omicidio di un esponente rivale, Roberto Di Martino, e per altri reati connessi all’attività di Cosa nostra nel Vittoriese.
Il blitz è scattato intorno alle quattro del mattino quando gli agenti hanno fatto irruzione cogliendo Stracquadaini nel sonno. Secondo le prime indiscrezioni, il boss non ha opposto resistenza. All’interno dell’abitazione sarebbero state sequestrate due pistole, cariche e pronte all’uso.
Le accuse
Le indagini, coordinate dal procuratore di Catania Francesco Curcio, dall’aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto Gabriele Fragalà, avevano già evidenziato il ruolo di Stracquadaini come presunto nuovo punto di riferimento di Cosa nostra vittoriese.
In passato, era stato intercettato mentre ordinava l’eliminazione di alcuni suoi “avversari”. In quella circostanza, però, era riuscito a fuggire al blitz predisposto dagli inquirenti, dando inizio alla sua lunga latitanza.
Oltre alle accuse di mafia e tentato omicidio, Stracquadaini è oggi ritenuto dagli investigatori al centro di un vasto giro di traffici di droga, in affari con alcuni clan albanesi operanti tra la Sicilia e i Balcani. Gli inquirenti stanno ora approfondendo anche il possibile legame con il recente sequestro lampo di un giovane di 17 anni.