Niente Cassa integrazione per i lavoratori SpM?

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Le aziende pubbliche o a totale capitale pubblico di tutta la Sicilia restano fuori dalla Cassa integrazione in deroga per il 2013. Così è stato stabilito nell’accordo quadro sugli ammortizzatori sociali che è stato chiuso ieri sera tra il Governo regionale e i sindacati: un accordo costruito su 129 milioni di euro disponibili, che basteranno appena per sei mesi per tutte le aziende siciliane che li aspettano.

Tutte, tranne – appunto – le partecipate da Regione, Province e Comuni.

 

Questo vuol dire che anche i lavoratori della Servizi per Modica, appesi da settimane al filo di questa speranza, lo vedono spezzarsi con questa notizia che giunge da Palermo.

Già lunedì pomeriggio c’era stato un incontro a Palermo a cui avevano partecipato l’assessore al Bilancio Santino Amoroso, l’amministratore della SpM Antonio Guastella, il Dirigente comunale Giorgio Muriana, il segretario confederale della Cgil Salvatore Terranova e alcuni lavoratori: i dirigenti dell’Agenzia regionale per l’impiego erano stati piuttosto chiari circa le possibilità e le difficoltà.

Gli unici dipendenti della SpM con un contratto tale da poter ricorrere ad ammortizzatori sociali ordinari sono quelli degli scuolabus e quelli del depuratore di contrada Fiumara. Per tutti gli altri ora le cose sembrano complicarsi e non di poco.

La situazione più difficile resta sempre quella dei 22 lavoratori in servizio presso il Tribunale, finora assunti con contratti a tempo determinato che sono già stati rinnovati più di 30 volte (dunque ben oltre il consentito) e che non possono più essere coperti. L’ultima proroga di 15 giorni, concessa in attesa di trovare un accordo con i sindacati, scadrà il 17 febbraio. E proprio i sindacati insistono affinchè questi contratti diventino a tempo indeterminato e questi 22 lavoratori ricevano lo stesso trattamento di tutti gli altri.

 

L’Amministrazione comunale, l’amministratore della società e i sindacati nelle prossime ore dovranno approfondire i termini dell’accordo regionale e capire se ci sono ancora i margini per ricorrere a soluzioni di questo tipo o se sarà necessario trovarne altre: il Piano di riequilibrio finanziario, con cui è stato previsto di tagliare alla SpM 1,4 milioni di euro, impone di far presto.

 

È anche vero che l’esclusione di tutte le partecipate regionali dall’accordo sulla Cig è una bomba a orologeria che non tarderà a esplodere e che a ben altri livelli si dovrà trovare il modo di disinnescare. A Palermo si parla di Gesip, Amat, Amia, a livello regionale di tutti gli Ato: sono decine di migliaia i lavoratori coinvolti. I sindacati regionali chiedono già l’intervento del Governo nazionale, dunque il discorso potrebbe essere tutt’altro che chiuso.