Furti seriali: la Procura chiede sei rinvii a giudizio

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Sei richieste di rinvio a giudizio sono state chieste dal procuratore della repubblica presso il Tribunale di Modica, Francesco Puleio, a carico di altrettante persone per svariati reati. Sono tre tunisini e tre modicani. Bilel Jellabi, tunisino di 25 anni, è quello con una sfilza infinita di accuse a carico. Vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, Jellabi acquistava o comunque riceveva da ignoti un cellulare il cui furto era stato denunciato il 23 gennaio dello scorso anno a Modica.  Il 29 febbraio del 2012 faceva da palo in un furto presso un’abitazione di Modica. Furto andato poi male per l’arrivo di una volante del commissariato. Sempre il tunisino il 21 marzo del 2012, rubava un borsello lasciato dentro una Fiat Panda con all’interno 100 euro, un bancomat con relativo codice PIN ed i documenti del padrone dell’auto. Dopo il furto l’extracomunitario aveva usato il bancomat per un danno totale di 600 euro. Nel mese di aprile Jellabi si era dedicato ai furti nelle case e nelle auto parcheggiate riuscendo a più riprese ad impossessarsi di un borsello con 30 euro e i documenti, una fotocamera digitale, un cellulare e un navigatore Tom Tom. La “carriera” criminale del tunisino però non si è svolta esclusivamente in solitario. Infatti le altre cinque persone per le quali il procuratore di Modica ha chiesto il rinvio a giudizio sono a vario titolo coinvolti in atti criminosi con Jellabi. Con la 22enne Isabella Cannata il 17 marzo dell’anno scorso a Pozzallo, il tunisino rubò una borsa di cuoio lasciata dentro una BMW X3 con all’interno soldi, carte di credito e documenti. Il 23enne Claudio Verdelli ed il 40enne Orazio Caruso lo aiutarono invece il 29 marzo dello scorso anno a rubare all’interno di un’abitazione a Modica diversi orologi di marca, gioielli ed un computer portatile. Le ultime due persone coinvolte negli affari sporchi di Jellabi sono due sue connazionali, Marouane Slouma e Arbia Sami di 22 e 27 anni.  I tre maghrebini rubarono una carta di credito a Modica e la utilizzarono in due occasioni per fare rifornimento in un distributore di benzina del centro storico.