Il Consiglio torna “a casa”. Ma i consiglieri sono insoddisfatti

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Torna ad aprirsi a distanza di sette mesi l’aula consiliare di Palazzo dell’Aquila. Un cantiere durato più del dovuto (doveva terminare lo scorso dicembre), che lascia molto insoddisfatti i consiglieri comunali convocati lunedì sera.

Impianti audio e video ancora non funzionanti, spazi angusti tra le sedute, accessibilità ridotta per i portatori di handicap.

“Rimettiamo piede in quest’aula – ha sottolineato Sasà Cintolo, capogruppo lista ‘Dipasquale Sindaco’ – ripristinando il primato della politica rispetto a quello dei dirigenti, ma non siamo per nulla soddisfatti dello spettacolo a cui assistiamo. Le soluzioni tecniche adottate sono una porcheria e, cosa molto più grave, l’obiettivo di fondo per cui da settembre dello scorso anno siamo stati privati della nostra sede poteva essere raggiunto con una spesa inferiore di almeno l’80%. Ammonta a circa 70.000 euro l’importo dei lavori, per avere cosa? Sedute pericolose e prive di sicurezza ed un accesso ai disabili limitato al primo scranno della sala”.

Medesimi i toni degli interventi dei consiglieri Mario Chiavola, Gianluca Morando, Giorgio Mirabella, Salvo Martorana. Quest’ultimo ha chiesto al Segretario generale, Benedetto Buscema, di verificare se siano state rispettate le più elementari norme di sicurezza. “Non riusciamo a passare neanche tra un banco e l’altro – denuncia il capogruppo IdV – e non credo che in caso di emergenza questa sala potrebbe essere sfollata con facilità”. “Qualcuno è responsabile di questo disastro – ha aggiunto Peppe Calabrese, Pd – e quel qualcuno ne dovrà rispondere”.

Malgrado gli inconvenienti tecnici il consiglio ha approvato l’ordine del giorno riguardante la variante al P.P.E., presentato la scorsa settimana dal capogruppo PdL Maurizio Tumino e firmato dai consiglieri Giuseppe Lo Destro, Sasà Cintolo, Giuseppe Calabrese, Titì La Rosa, Giorgio Mirabella ed Enzo Licitra, e la modifica del regolamento per la disciplina di installazione e gestione dei Dehors.

La proposta di Tumino impegna il Commissario straordinario a dare mandato agli uffici preposti di redigere un’apposita variante che tenga conto di quanto espresso in sede di ricorso e di quanto adottato dal consiglio comunale ma rigettato in sede di approvazione da parte dell’Arta. “La proposta – spiega il capogruppo PdL – mira a trovare soluzioni per fare riabitare il centro storico e trovare una vivibilità per lo stesso”.

Unici contrari al provvedimento Nino Barrera, Pd, e il gruppo consiliare di Movimento Città.

“Questo ordine del giorno – ha spiegato Barrera – invita i funzionari ad elaborare una generica variante prendendo in considerazione in modo sommario tutto il lavoro del consiglio comunale. Invito pertanto i colleghi a riflettere sulle criticità della proposta”. “Abbiamo tutti a cuore le sorti del centro storico – ha concluso Enrico Platania – ma questo provvedimento pare che puzzi di campagna elettorale. Si consegnerà al prossimo consiglio uno strumento assolutamente vago e generico che si baserà anche su emendamenti palesemente illegittimi perché contrari a norme di legge. Non reputo inoltre corretto andare a modificare un atto per il quale stiamo attendendo una sentenza del TAR”.