Pochi finanziamenti per le strutture ricettive. Ne parlano i candidati

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La notizia è che nei giorni scorsi l’Assessorato regionale alle Attività Produttive ha pubblicato – alla buonora – la graduatoria delle imprese del settore turistico-alberghiero ammesse alla agevolazioni a valere sulla linea d’intervento 3.3.1.4 del PO FESR 2007/2013. Alla buonora perchè il relativo bando era stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 4 febbraio del 2011.

Tuttavia, ben vengano questi 125 milioni per il settore turistico, dato che l’oggetto specifico del bando erano – o meglio, saranno – le “azioni per l’attivazione, la riqualificazione e l’ampliamento dell’offerta ricettiva locale e delle correlate attività di completamento, da realizzarsi nelle aree a vocazione turistica, mediante riconversione e/o riqualificazione del patrimonio immobiliare già esistente, con particolare riferimento ad edifici storici e di pregio siti nei centri storici, nei borghi marinari, ed agli edifici della tradizione rurale”.

 

Solo due, dicevamo, le imprese modicane il cui progetto è stato inserito tra quelli ammissibili e finanziabili. E questo ha fatto sì che la notizia diventasse subito un “buon argomento” di campagna elettorale.

Su internet se ne parla già da ieri, in particolare dopo un intervento di Piero Torchi: “Per Modica – aveva scritto – solo una misera percentuale del 2,5% che non rispecchia certo la potenzialità del territorio, ma che certifica anche il disinteresse imprenditoriale per il nostro territorio. E’ tempo di ricostruire e di ridare fiducia agli investitori; è tempo di tornare ad essere protagonisti del Sudest e di riappropiarsi del ruolo perduto. Anche su questo, oltre che su scerbature, slogan scontati ed elenchi puntati, sarebbe opportuno conoscere l’idea dei tanti candidati sindaci”.

 

Oggi è intervenuta anche Marisa Giunta per far piuttosto rilevare “come forse ancora una volta la Regione siciliana abbia proposto un bando non del tutto appetibile per le imprese e dunque non del tutto utile a rimettere in modo l’economia del territorio e abbia anche, con ogni probabilità, applicato criteri discutibili per la selezione dei vincitori. I requisiti richiesti dal bando – spiega – in termini di attestazione bancaria sono stati molto più restrittivi di prima, infatti non era più sufficiente la certificazione di capacità finanziaria, ma serviva documentare depositi pari al 50% dell’investimento, requisito non certo facile da chiedere in questo momento alle imprese siciliane. Il dato politico certamente emerge e ci segnala ancora una volta una Regione Sicilia confusa e pasticciona, non ancora in grado di relazionarsi adeguatamente con tanti imprenditori che pure ci sono e che ancora tanto investono in imprese turistiche che stentano a raggiungere la copertura dei costi fissi per le scarse presenze”.

Senza dubbio questo tipo di interventi sarebbe necessario non solo per il rilancio del turismo, ma anche per la riviltalizzazione dei centri storici: nella speranza che la Regione non revochi anche questa graduatoria, come ha fatto di recente con altre, l’auspicio più grande è semmai che bandi di questo tipo vengano riproposti in futuro. E che magari il loro iter si concluda in un tempo inferiore ai due anni.