Ballottaggio, le considerazioni dei papabili consiglieri

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Un ballottaggio che a Ragusa non si viveva da tempo, una legge elettorale che, dati i risultati ottenuti dalle liste al primo turno e i mancati apparentamenti tecnici, assegna un premio di maggioranza consistente alla coalizione del futuro sindaco. Tutto ancora incerto quindi, o quasi, circa i trenta nomi che siederanno in aula consiliare.
Questo il rovente clima cittadino che, fino a qualche settimana fa, reggeva con discreta eleganza agli urti delle contrapposizioni politiche.
La fase due della campagna elettorale è stata infatti caratterizzata da forti pressioni derivate dagli apparentamenti politici di Giovanni Cosentini con Francesco Barone e la lista Idee per Ragusa da una parte, dei Cinque Stelle con Movimento Città e Partecipiamo dall’altra.
In mezzo le dichiarazioni di Mallia e del coordinatore cittadino PdL Cultrera che invitano a votare per Cosentini, il mancato schieramento (anche formale) di Antoci e Mauro, la decisione de La Destra e di Sel di indicare Piccitto come futuro sindaco.
Non mancano certo gli argomenti per formulare un commento prima del voto di domenica e lunedì, eppure tra i candidati più votati (i papabili per uno scranno consiliare) moltissimi hanno preferito la abusata formula del “no comment”, scegliendo magari di dilungarsi sui social network.
Rompe il muro del silenzio Emanuele Distefano, Il Megafono, il quale pone l’accento sulla scelta responsabile compiuta per il bene di Ragusa. “Coerentemente con il percorso finora portato avanti – spiega – abbiamo messo il progetto politico al di sopra di ogni contrapposizione personalistica. Anche i Cinque stelle hanno capito, d’altronde, che da soli non si raggiungerà nulla, accettando un accordo politico con Città e Partecipiamo, cosa che dicevano di non voler mai fare”.
“Non credo ci sia nulla di scandaloso – aggiunge Elisa Marino, Ragusa Domani – nell’aver coinvolto Francesco Barone. Un politico che ha già fatto parte della nostra squadra e che ha saputo dimostrare coi fatti l’impegno per la città. Gli elettori iblei hanno le proprie idee e ci giudicheranno per il lavoro che abbiamo svolto. Ci siamo tutti messi in discussione, compiendo anche scelte difficili. Stimo molto Federico Piccitto, come stimo tutti i giovani che si interessano della politica del proprio territorio. Governare è però un’altra cosa – conclude – e soprattutto in un momento così pesante per la gente non sarebbe facile, senza una adeguata esperienza, fornire quelle risposte tanto attese dalla città”.
“Da anni viviamo l’impegno politico a contatto con i nostri concittadini – sottolinea il candidato più votato, Angelo La Porta di Territorio, senza però voler entrare nel merito degli apparentamenti – questa passione non si può improvvisare in pochi mesi”.
“L’apparentamento politico con Barone non cambia di certo la coalizione – dice Nanny Frasca, Partito democratico – ed il programma proposto nel corso di questi mesi alla città. Si aggiunge un altro elemento a sostegno del nostro progetto politico, in linea con quello del Presidente Rosario Crocetta”.
“In questi mesi – sostiene Salvo Gulino, Ragusa Domani – si è creata l’idea di contrapposizione tra politica ed antipolitica, proposta e protesta, vecchio e nuovo. Credo invece che occorra ripensare in maniera più estesa e guardare alla novità rappresentata in entrambi gli schieramenti da candidati come me che per la prima volta potrebbero venire eletti. Sono comunque convinto che per amministrare una città, accanto al giusto ricambio generazionale sia necessaria anche una esperienza. Poco gioverebbe invece un totale stravolgimento del consiglio comunale”.
“Stiamo scrivendo una pagina di nuova politica ragusana – esordisce Antonio Tringali, il più votato della lista a Cinque stelle – caratterizzata da accordi stretti sui contenuti e sui programmi, non certo da scambi di poltrone. Città e Partecipiamo hanno dimostrato un grande senso di responsabilità appoggiando comunque il nostro candidato, senza un apparentamento tecnico e quindi rinunciando di fatto ad alcuni consiglieri nell’eventualità che fossimo i più votati al ballottaggio. Mi stupisce invece la velocità stratosferica con la quale, all’indomani del primo turno, Barone abbia deciso di abbassare i toni nei confronti di uno schieramento che aveva duramente criticato in questi mesi. Ci siamo presentati alla città a viso aperto, facendoci conoscere e rimanendo coerenti con i principi che ci hanno convinto ad affrontare questa dura campagna elettorale. Abbiamo in mente un modello diverso di governo che metteremo in atto sia se in maggioranza che in opposizione. Nessuna imposizione calata dall’alto, anzi, vogliamo fare chiarezza in ogni passaggio politico coinvolgendo, come abbiamo fatto finora, i cittadini nell’amministrazione di Ragusa”.
“Appoggiare il candidato del Movimento cinque stelle era l’unica scelta possibile – conferma Salvo Martorana di Partecipiamo – sebbene dal punto di vista numerico il nostro schieramento ne uscirebbe fortemente ridotto ed io non mi riconosco in certe logiche interne a quella lista. Ho lavorato con impegno all’opposizione dell’amministrazione Dipasquale e con coerenza, sebbene proprio il mio posto in consiglio verrebbe sacrificato dall’eventuale premio di maggioranza, domenica voterò per Piccito, un giovane ragusano che sta dimostrando di avere a cuore il futuro della città. Un apparentamento tecnico non è stato possibile raggiungerlo ma ci è stato garantito un pieno coinvolgimento nelle azioni amministrative a Palazzo dell’Aquila”.
“L’esperienza – ha chiarito il più votato di Idee per Ragusa, Giorgio Mirabella – è uno strumento che fa la differenza. Senza entrare nel merito dei programmi di ciascun candidato sindaco, su cui si esprimerà l’elettorato, un dato incontrovertibile è l’esperienza che una coalizione ha rispetto all’altra. Un elemento che sarà fondamentale per far ripartire la città di Ragusa, dopo il lungo commissariamento avuto, è una compagine amministrativa che sia da subito nelle condizioni di poter amministrare e assumere decisioni. E questo passaggio, che è di natura prettamente tecnico e non certo politico, lo può compiere chi conosce la macchina amministrativa”.