Sbarchi e sicurezza, l’Ugl: “Evitare disagi ai cittadini prima che sia troppo tardi”

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“Gli agenti di polizia della Questura di Ragusa non possono continuare a lavorare in condizioni così critiche, con un organico sottodimensionato e a livelli mai così minimi di sicurezza, come testimoniato, tra l’altro, dal caso accertato di meningite al centro di prima accoglienza del porto di Pozzallo”. E’ il monito del segretario generale provinciale dell’Ugl Polizia di Stato Vincenzo Cavallo. “I recenti arrivi di migranti a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro hanno portato il C.P.S.A. di Pozzallo vicino al collasso, costringendo i pochi agenti a disposizione a turni massacranti, resi ancora più duri dalla duplicazione del medesimo C.P.S.A. con la dislocazione nella palestra della scuola “Amore” in centro a Pozzallo, dove sono stati ospitati in via eccezionale gli ultimi 92 migranti, per non rischiare il contagio da meningite, al quale sono stati invece esposti i colleghi, adesso sottoposti a profilassi antibiotica. In queste condizioni ai limiti del sostenibile – dichiara Cavallo – i pochi uomini a disposizione non lavorano tranquilli e non possono garantire sicurezza.
I tagli alle risorse economiche del Comparto Sicurezza, adottati dagli ultimi governi che si sono succeduti, hanno penalizzato le Forze dell’Ordine con numerosi poliziotti posti in quiescenza senza essere rimpiazzati da nuove assunzioni. Tutti gli Uffici centrali e periferici vivono tale carenza di personale con enorme difficoltà e, spesso, non riescono ad assolvere tutti i compiti istituzionali. In provincia di Ragusa
vi sono circa 280 unità, compresa la Polstrada, e l’Ufficio immigrazione risulta tra i più penalizzati da questo organico sottodimensionato, essendo spesso i pochi uomini a disposizione dislocati per altri servizi sul territorio e quindi impossibilitati a fronteggiare emergenze come quella di questi giorni, aggravata peraltro dal conclamato caso di meningite. Ci rendiamo perfettamente conto di trovarci di fronte ad un’emergenza figlia di un fenomeno migratorio di vasta portata e di una complessità socio-politico degna di grandi attenzioni – prosegue Cavallo – ma la sicurezza dei “nostri” cittadini va assicurata sotto ogni profilo ed in un certo modo, senza trascurare l’incolumità dei colleghi della Squadra Mobile e della Polizia Scientifica costretti ad operare in situazioni logistiche tutt’altro che sicure. Non può pensarsi che accoglienza e sicurezza siano la stessa cosa improntando in meno di due ore una palestra di una scuola in pieno centro abitato in una struttura di prima accoglienza, non idonea né all’accoglienza degli ospiti né alla sicurezza degli ospitanti. Occorre dunque – conclude Cavallo – trovare soluzioni adeguate prima che sia troppo tardi”.