I retroscena dell’ultimo sbarco

0

Sarebbe stato un senegalese, di cui ovviamente non conoscevano l’identità, l’intermediario nei contatti tra gli oltre novanta clandestini sbarcati domenica scorsa a Pozzallo, e il sodalizio criminale di nazionalità libica, che si sarebbe occupato dell’organizzazione dello sbarco. E’ quanto avrebbero riferito alcuni tra i meno reticenti clandestini ai rappresentanti delle forze dell’ordine della provincia di Ragusa, qualche ore dopo l’avvenuto salvataggio in mare e la sistemazione nella palestra Amore di Pozzallo. I clandestini avrebbero anche detto di aver versato all’organizzazione circa 2000 euro ciascuno e di esser partiti un paio di giorni prima da un porto libico, dopo esser stati nascosti per qualche tempo all’interno di un magazzino. Racconti frastagliati e qualche ammissione da parte dei 93 somali che domenica mattina sono sbarcati al porto di Pozzallo, con il supporto della Capitaneria di Porto, che ha eseguito le operazioni in mare, dopo che gli stessi immigrati erano stati tratti in salvo da una nave del gas che transitava nel Canale di Sicilia. L’avvistamento da parte del personale dell’imbarcazione del piccolo natante con gli immigrati a bordo, in balia delle onde, e peraltro con due donne al nono mese di gravidanza, è stato prontamente comunicato al Ministero competente che ne ha autorizzato il trasbordo e ha attivato il dispositivo di sicurezza.