Conto alla rovescia

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Per il Tribunale di Modica è iniziato il conto alla rovescia. Condannato a morte da una riforma che, nata per risparmiare, finisce per aggravare i costi del sistema giustizia con la soppressione di Tribunali “minori” ospitati in locali moderni, antisismici, baricentrici rispetto al territorio di competenza, con centinaia di parcheggi a disposizione. Come, appunto, il Tribunale di Modica i cui dipendenti (un centinaio) dovranno sistemarsi, alla meno peggio, in non si sa quali locali dopo l’accorpamento con Ragusa. Senza tener conto – come evidenziato da ordini professionali e associazioni – che le difficoltà logistiche porteranno ad una sorta di paralisi della giustizia: in provincia di Ragusa come altrove in Italia. La riforma entra in vigore il 13 settembre prossimo. Ecco perché si può già parlare di conto alla rovescia e della necessità di darsi da fare, subito, per cercare e trovare una soluzione a beneficio, innanzitutto, del comprensorio modicano. Si tratta di lottare per una specie di provvedimento di grazia. D’altra parte, se la grazia si invoca per un leader politico che vuole continuare a fare politica, non si vede perché non si debba invocare per una Istituzione che vuole continuare ad amministrare giustizia.
 Finite, dunque, le manifestazioni estive, esaurite le chiavi da consegnare a ospiti più o meno illustri gratificati con cittadinanze onorarie, spente le luci di spettacoli, sagre e feste patronali, per i sindaci di Modica, Scicli, Ispica e Pozzallo (interessati territorialmente e, si spera, istituzionalmente al mantenimento del Tribunale modicano) è arrivato il momento di fare fronte comune per studiare strategie di contrasto ad un provvedimento che presenta molti lati deboli. Uno tra tutti: i costi che lo Stato dovrà affrontare per ospitare, a Ragusa, gli uffici del Tribunale di Modica e quelli della sezione staccata di Vittoria. Quest’ultima, tra l’altro, opera in locali moderni ed ha un notevole carico di lavoro.
Ma ci sono altri aspetti da tenere in considerazione. Soprattutto per Modica che rischia di intaccare pesantemente quel ruolo comprensoriale che ne fa un importante punto di riferimento istituzionale, sociale e culturale. Il Tribunale di Modica, tra l’altro, fa registrare circa 3.500 accessi settimanali. Ciò significa che, ogni mese, tra avvocati, utenti e professionisti legati al sistema-giustizia, sono quattordicimila le persone che arrivano in città e che, quindi, costituiscono anche un indotto economico da non sottovalutare e che è destinato a scomparire. In queste settimane non c’è stata, come sarebbe stato lecito attendersi, nessuna mobilitazione a difesa del Tribunale modicano e nessun sindaco ha sentito il bisogno di alzare la voce. Se c’è la volontà di resistere, con argomenti che si ritengono seri, è giunto il momento di farlo.
Un altro aspetto da portare all’attenzione del Ministero potrebbe essere legato alla sicurezza del territorio di competenza del Tribunale di Modica. In primo luogo, per la continua emergenza legata agli sbarchi di clandestini lungo il litorale pozzallese e sulle spiagge dello Sciclitano. Senza dimenticare la necessità di tenere alta l’attenzione sul porto di Pozzallo, territorio di frontiera “sensibile” come tutti gli scali portuali. Il Tribunale di Caltagirone è stato salvato in nome di una emergenza legata alle organizzazioni criminali; bisogna forse augurarsi una recrudescenza della malavita anche nella parte orientale della provincia di Ragusa per tutelare un presidio di legalità?
Ma ci sono altri “numeri” che depongono a favore del Tribunale di Modica.
Nell’attuale riforma, infatti, si salvano Tribunali più piccoli di quello modicano che, tra l’altro, oltre ad avere una sede tra le più moderne del Paese, rientra, meglio di altri, nei parametri valutati dalla commissione ministeriale: processi istruiti tra il 2006 e il 2010; organico dei magistrati; popolazione ed estensione territoriale. Nel periodo preso in considerazione, i processi al Tribunale di Modica, per esempio, sono stati 4.630, molti di più dei carichi di lavori in altre sedi salvate. C’è da dire, poi, in materia di velocità della giustizia penale, che il Tribunale, nel periodo 1° luglio 2010-30 giugno 2011, ha un indice di prescrizione del 3% contro il 10% su scala nazionale”.
Basterà tutto questo per salvare il Tribunale di Modica? Presto, per dirlo. Ma tutti, a cominciare dagli amministratori e dai politici, hanno il dovere di impegnarsi e di provarci fino in fondo dopo aver fatto, per lo più, passerella nei mesi scorsi. Per tentare di recuperare il tempo perduto e per dimostrare ai loro elettori – e non solo – di non avere tradito la loro fiducia e di non avere “rubato” i loro voti. Un tentativo, almeno, è lecito aspettarselo!