Le istituzioni pozzallesi dopo l’ultimo sbarco: “Gli italiani meritano di più dal loro Governo”

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Le immagini della tragedia alle quali abbiamo assistito nei giorni scorsi sulle nostre coste hanno fatto il giro del nostro Paese. Immagini e sequenze da vera e propria guerra civile. Le tredici vite spezzate di nostri fratelli migranti, arrivati dall’Africa a qualche metro dalla spiaggia di Sampieri, ci interrogano e aprono in questo momento le porte al doveroso silenzio dei giorni del lutto.

Non si può tuttavia più rimandare una seria riflessione sulle cause della profonda disperazione che travolge nel proprio paese di origine la vita di migliaia di essere umani ai quali non resta altra scelta che sfidare il “cimitero liquido” del Mediterraneo, sapendo quali sono i rischi di morte che portano fino alle nostre coste.

Rischi – è assurdo, lo sappiamo – purtroppo accettabili per chi fugge dalla guerra, dalla miseria, dalla disumanizzazione della violenza di regimi dittatoriali come quello del presidente dell’Eritrea, nazionalità da cui provengono la maggior parte dei migranti approdati a Sampieri l’altro ieri.

Gli osservatori più audaci piangono solo adesso lacrime di coccodrillo, dispensando frasi di circostanza, magari per nascondere un silenzio che dura da anni sulle reali motivazioni che inducono i Governi dei Paesi democratici ad abbandonare le Nazioni del Corno d’Africa al loro destino.

Il Maresciallo dei Carabinieri Carmelo Floriddia ci ha dato una grande lezione di civiltà, quando – con la semplicità e la spontaneità di chi giornalmente serve lo Stato compiendo il proprio DOVERE – ha raccontato di aver prestato soccorso a dei cittadini semplicemente non italiani, non a dei Clandestini/Irregolari/Immigrati.

Il gesto di solidarietà dei bagnini e dei semplici cittadini che hanno prestato soccorso e salvato vite umane, e la smisurata umanità di tanti miei concittadini che hanno donato abiti, scarpe, giocattoli, a coloro che sono ospitati al Centro di Accoglienza (pur la Prefettura garantendo tutto il necessario, ci dicono dalla Protezione civile), rendono evidente una cosa: GLI ITALIANI MERITANO DI PIU’ DAL LORO GOVERNO.

La politica di indifferenza fino ad oggi adottata dal nostro Governo non rispecchia la volontà di chi è governato. Una politica fatta solo di respingimenti, di assenza di corridoi umanitari per le emergenze (cosa che per esempio ha fatto il Brasile), di assenza di politiche di cooperazione degne di questo nome, non è in grado di rimuovere le cause per le quali tanta gente è costretta a fuggire dal proprio paese sfidando la morte.

Il nostro Governo prenda coscienza che il gigantesco giro di affari creatosi per il commercio (legale) internazionale di armamenti è incompatibile con una seria politica di risoluzione dei conflitti in quelle parti del mondo da cui provengono i CITTADINI NON ITALIANI MIGRANTI.

Il Rapporto del Presidente del Consiglio dei Ministri sui lineamenti di politica del Governo in materia di esportazione, importazione e transito dei materiali d’armamento del 2011 (facilmente reperibile sul sito web del governo) ci risulta semplicemente DISUMANO, dato che vengono snocciolati numeri (3 miliardi di euro di affari) come se si trattasse di un qualsiasi altro prodotto del made in Italy. Armi che comunque saranno usate dal dittatore di turno per distruggere, rastrellare, ammazzare, demolire, annientare. Armi che costringeranno persone a dover affrontare il rischio di annegare pur di salvarsi da tutti i sofisticatissimi ordigni costruiti e venduti da coloro che siedono al Consiglio di sicurezza dell’Onu.

Il Governo, il Nostro Governo, prenda atto che la recente ratifica del trattato internazionale sulle armi è solo un misero espediente per lavarsi la coscienza. Un trattato che in fin dei conti detta delle regole su come distribuire la morte.

Ci sarà tempo per sviluppare queste riflessioni, nel frattempo pensiamo sia veramente il caso di rispettare la dignità e la morte di queste giovani vite spezzate con un pò di silenzio al posto dei proclami, “respingendo” molti dei luoghi comuni che in questi giorni stanno affollando le nostre coscienze.

Il minimo, silenzio e la riflessione, che la città che ha dato i natali a Giorgio La Pira, profeta del dialogo, può e deve offrire alle comunità come segno di una sincera pratica di accoglienza e di Pace.                                               

                                                    

Il Sindaco

Luigi Ammatuna

 

Il Presidente del Consiglio Comunale  

Gianluca Floridia