Droga tra minori, un arresto

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I carabinieri del Nucleo operativo e Radiomobile della Compagnia di Ragusa hanno arrestato uno studente ragusano diciasettenne e denunciato a piede libero un sedicenne comisano, anch’egli studente, responsabili entrambi di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio. Una terza persona, ventenne comisano è stato segnalato al Prefetto per uso di stupefacenti.
In una soleggiata mattinata prefestiva, mentre due carabinieri in borghese sono in giro per la città affaccendati in questioni di polizia giudiziaria, un gruppetto di giovani è affaccendato a marinare la scuola, soluzione ideale data la bella giornata e l’imminente ponte dei santi e dei morti.
Sfortuna (o fortuna cambiando punto di vista) volle, come in uno “sliding doors” “de noantri”, che carabinieri e studenti si fossero trovati allo stesso bar alla stessa ora a bere lo stesso caffè, peraltro nemmeno di torrefazione ragusana bensì torinese.
Mentre i due militari tacciono e sorbiscono, i cinque giovani fanno caciara e chiacchierano spensierati, discutendo di prezzo d’acquisto e altre cose che permettono ai primi due di capire al volo quale sia l’oggetto del contendere.
Quando i ragazzi decidono di riprendere l’auto per andare da qualche parte a provarla, i due carabinieri diligentemente s’accodano con l’auto civetta e vanno. Vanno, vanno e vanno, fintantoché l’auto dei giovani, un’utilitaria giapponese, non va a parare in piena periferia, presso un parcheggio di un grande centro commerciale. I due carabinieri si fermano a distanza a osservare. Quando vedono che uno dei giovani esibisce soddisfatto agli altri un lungo spinello appena confezionato, i due militari si presentano alla festa e acchiappano al volo la canna prima che fosse accesa, tra lo stupore dei passeggeri del mezzo.
I cinque vengono fatti scendere e perquisiti. Nell’auto, oltre al citato spinello c’era un involucro di plastica con dentro un grammo di marijuana, in tasca al conducente, e un sacchettino da congelatore contenente altri quaranta grammi di “erba”.
Portati in caserma, i ragazzi, forse anche favoriti dalla presenza dei genitori nel frattempo accorsi, hanno raccontato l’intera verità. Uno di essi, il sedicenne comisano l’aveva acquistata dal diciassettenne ragusano per poi rivendersela tra i suoi amici e/o fumarla in gruppo.
Nella perquisizione a casa del ragusano sono saltati fuori altri ventidue grammi di marijuana e tre dosi (un grammo) di cocaina. Quest’ultimo è stato quindi dichiarato in stato d’arresto e, dopo i rilievi foto-dattiloscopici, è stato accompagnato al centro per minori di Catania, a disposizione dell’autorità giudiziaria minorile che lo sottoporrà a interrogatorio entro pochi giorni. Il comisano invece se l’è “cavata” con una denuncia a piede libero, sempre per detenzione di stupefacenti a fini di spaccio.
Con la fortuita ma proficua attività di polizia giudiziaria i CC di Ragusa hanno quindi bloccato in anticipo l’afflusso di sessanta grammi di erba e tre dosi di “coca” tra gli adolescenti che frequentano gli istituti superiori di Ragusa.
Lo spaccio tra i giovani è chiaramente in aumento, come dimostrano i risultati operativi dei CC della Compagnia di Ragusa, comparando l’anno 2012 e il 2013 si riscontra un aumento – tra i minori – delle persone deferite in stato d’arresto e libertà, un aumento dei consumatori e conseguentemente dei quantitativi sequestrati. I dati iblei sono in linea con il trend evidenziato dal Dipartimento per le Politiche Antidroga nell’ultimo rapporto annuale emesso la scorsa estate: il consumo di droga fra i giovani è in crescita!
L’Arma dei Carabinieri, d’intesa con il Ministero dell’Istruzione, ha anche per quest’anno organizzato gli incontri con i giovani presso le scuole secondarie per parlare di legalità e dei problemi che affliggono il mondo giovanile, quali il “bullismo” e la diffusione delle droghe tra i teen-agers. Nei prossimi mesi i Comandanti delle tre Compagnia di Modica, Vittoria e Ragusa incontreranno centinaia di studenti e – tra le altre cose – parleranno anche di stupefacenti e dei danni che essi possono provocare