La legge su Ibla, privilegi e questioni umanitarie

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LEGGE SU IBLA, PRIVILEGI
E QUESTIONI UMANITARIE

La legge su Ibla – speciale e straordinaria nella formulazione, di manica larghissima negli anni – continua a suscitare polemiche e perplessità. Dal 1981 (anno del varo della legge su intuizione dell’onorevole Giorgio Chessari) la Regione ha elargito oltre 250 miliardi delle vecchie lire. La legge doveva servire, all’inizio, per risolvere le emergenze del quartiere barocco di Ibla, da intendersi come riqualificazione del patrimonio monumentale del centro storico. Poi, è servita per fare un pò di tutto. Compresi gli spettacoli degli artisti di strada e manifestazioni di varia natura. L’ultimo stanziamento, in tempo di crisi, è stato addirittura incrementato: da 4 milioni e mezzo di euro a cinque milioni. Ora, 500.000 euro sono stati decurtati per destinarli al trasporto degli studenti disabili della provincia. E´ stato il sindaco di Ragusa, Federico Piccitto a raggiungere questa intesa con l´assessore regionale al Bilancio, Luca Bianchi, che ha accolto la proposta attingendo ai cinque milioni disponibili. Lo stanziamento consentirà non solo il servizio di trasporto ed assistenza per gli studenti disabili di Ragusa, ma di tutta la provincia. Alcuni esponenti politici hanno cominciato ad alzare le barricate: “La legge su Ibla non si tocca, i soldi servono per il quartiere barocco. E’ un sopruso”! Vale la pena ricordare, comunque, che, nel recente piano di spesa approvato dalla commissione (anch’essa speciale), sono previsti  122mila euro per le manifestazioni a carattere nazionale ed internazionale che contribuiscano a rivitalizzare il centro storico, 120mila per gli oneri di funzionamento della commissione e dell’ufficio centri storici, mentre 50mila euro sono destinati a progetti (sempre speciali) e al personale dell’ufficio. Ci sembra che ci sia poco da lamentarsi visto che, tolte le spese vive e i 500.000 euro destinati al trasporto disabili, rimangono pur sempre oltre quattro milioni di euro da spendere in un anno. Soldi che sarebbero da aggiungere a quelli non spesi negli anni precedenti: fino all’anno scorso, tra l’altro, era stato speso sono il 70% dei fondi stanziati. I numeri, a questo punto, potrebbero dar luogo anche a delle malevole interpretazioni:
-hanno ancora senso contributi a pioggia quando non c’è disponibilità per servizi essenziali?
-non sarebbe più opportuno e, soprattutto, più corretto finanziare le eventuali opere di recupero “necessarie” o “utili” ad Ibla sulla base di progetti specifici presentati dal Comune e abolire, per esempio, la commissione che ha un costo annuale significativo?
-E’ legittimo (al di là della valenza umanitaria) stornare dei soldi da un finanziamento (che nasce da una legge “vincolante”) per destinarli ad altri scopi, seppur nobili?
A quest’ultimo quesito – posto con notevole verve polemica anche da esponenti politici – potrebbe rispondere l’autorità giudiziaria nel caso volesse vederci chiaro sulla legittimità della decurtazione ed, eventualmente, sulla corretta utilizzazione di milioni di euro. Indipendentemente da interventi “forzosi”, comunque, forse è arrivato il momento di rivedere qualcosa in una  legge che rischia di assumere sempre più i connotati di un privilegio. E di questi tempi non se ne sente proprio il bisogno.