La Gdf scopre un altro arsenale, stavolta nei pressi del poligono

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6 pistole di vario calibro, due carabine calibro 22, 1 fucile da caccia calibro 12, circa mezzo chilo di polvere da sparo, quasi 18.000 cartucce a palla per pistola vario calibro, 625  cartucce per fucili da caccia caricate a pallini e attrezzatura idonea ad effettuare la ricarica delle munizioni. E’ il consistente quantitativo di armi e munizionamento scoperto dalla guardia di finanza di Ragusa e dalla divisione della polizia amministrativa della questura all’interno di un casotto adiacente un poligono di tiro a segno sportivo. Il controllo ha riguardato anche un’armeria, il cui titolare è rappresentante legale del poligono di tiro a segno sportivo. L’uomo è stato denunciato a piede libero all’autorità giudiziaria per omessa custodia e detenzione abusiva di armi e munizioni. L’operazione trae origine da una pregressa attività di qualche settimana fa della guardia di finanza di Ragusa con alcune perquisizioni domiciliari nei confronti di due anziani incensurati, che avevano nella disponibilità un considerevole quantitativo di armi e munizionamento, in totale assenza delle autorizzazioni previste. Arsenale sequestrato in un capanno agricolo tra le campagne di Comiso e Chiaramonte e in alcuni garage nel capoluogo.
Le successive indagini compiute anche mediante la disamina degli atti a schedario esistenti alla questura di Ragusa hanno consentito di appurare che parte delle armi da fuoco sequestrate ai due anziani, risultava essere stata ceduta, con modalità anomale, proprio dall’armeria che dunque è stata sottoposta a controlli, successivamente estesi anche al poligono di tiro a segno, luogo questo, tra l’altro, adibito illecitamente anche a  deposito di armi e munizionamento senza alcuna autorizzazione.
Sono ancora in corso indagini ed accertamenti sul consistente quantitativo di munizionamento per armi comuni da sparo sequestrato all’interno del poligono di tiro a segno sportivo e sull’eventuale utilizzo delle stesse in attività illecite, considerato che nella struttura sportiva, sottoposta a sequestro, non vi era alcuna documentazione che attestava lo scarico delle munizioni utilizzate all’interno.