Indagine della Gdf su presunte irregolarità bancarie

1

Un vaso di Pandora potrebbe essere a breve scoperchiato nell’ambito di una attività investigativa condotta dal comando provinciale della guardia di finanza con il coinvolgimento dell’autorità giudiziaria iblea. Nella maglia degli accertamenti che sono stati condotti ci sarebbe un funzionario di un istituto di credito, presente in provincia. Sono state  le fiamme gialle a riscontrare alcune irregolarità in ordine a mancate segnalazioni di operazioni sospette, così come indicato nella normativa antiriciclaggio. Nello specifico, tra le presunte irregolarità ci sarebbero accessi a cassette di sicurezza non rendicontati, attivazione di fidi e di linee di credito con cifre piuttosto considerevoli, che qualcuno avrebbe garantito non in modo regolare. In tal senso il decreto legislativo 231/2007 valorizza il ruolo della Banca d’Italia e le affida compiti regolamentari e di controllo sul rispetto degli obblighi antiriciclaggio.

La Vigilanza della Banca d’Italia, in accordo con le altre autorità di controllo del settore finanziario, svolge compiti di natura regolamentare, tra cui l’organizzazione, procedure e controlli interni che assicurino l’assolvimento degli adempimenti antiriciclaggio, compreso l’obbligo di segnalazione delle operazioni sospette. Adempimento che pare il funzionario di banca non abbia compiuto, tanto da far scattare la denuncia da parte della guardia di finanza all’autorità giudiziaria che ha richiesto alla Banca d’Italia di compiere perizie nel merito, il cui esito sarebbe già al vaglio dell’autorità giudiziaria. Tali adempimenti sono stati compiuti dal servizio ispettivo di Catania interno alla Banca d’Italia. Pare infatti che l’istituto di credito in via cautelativa, abbia sospeso il funzionario indagato in attesa di ulteriori riscontri da parte degli organi inquirenti. L’attività delle fiamme gialle è tuttora in corso. Sotto la lente di ingrandimento oltre all’istituto di credito ibleo anche una parte dell’imprenditoria locale.