L’Internazionale per l’ultimo saluto al “compagno” Rossino

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Sono stati i locali che una volta ospitavano la Camera del Lavoro di Scicli ad ospitare oggi la camera ardente dell’onorevole Giovanni Rossino. La famiglia, interpretando quelle che sarebbero state le sue volontà, ha scelto un luogo simbolo della sua vita ed una cerimonia laica in ossequio a tutto quello per cui ha lottato una vita. Nel corso della giornata migliaia di persone si sono alternate per dare l’ultimo saluto all’amico, al compagno di mille battaglie, a chi fu anche sindaco di Scicli a metà degli anni 70 prima di diventare deputato del Partito Comunista. Grazie alla sua onestà, grazie al suo impegno e alle lotte sostenute ottenne la fiducia degli elettori per altre due volte e rimase a Roma fino al 1987. Nel suo curriculum anche la segreteria del PCI sciclitano, quella della Camera del Lavoro e la collaborazione con svariate testate politiche e culturali. L’attuale sindaco di Scicli, Franco Susino, ha portato il saluto istituzionale dicendosi onorato che la famiglia Rossino avesse scelto proprio Scicli per l’istituzione della Camera Ardente. Il breve intervento di Susino ha sottolineato la sciclitanità di Rossino nonostante il suo trasferimento giovanissimo a Modica dove si è poi sposato mettendo su famiglia. A seguire l’articolato intervento dell’onorevole Giorgio Chessari che ha ripercorso la cronistoria della sua lunga amicizia e militanza con Giovanni Rossino. Dai problemi degli aggrottati di Chiafura alle amicizie con Pierpaolo Pasolini per finire con la comune predilezione per Vitaliano Brancati ed Elio Vittorini. Chessari ha anche letto una lettera di Antonio Gramsci, un passo che l’onorevole Rossino amava particolarmente. Tra la folla anche militanti comunisti della prima ora, esponenti politici, sindacalisti e uomini di cultura. A chiudere la cerimonia non potevano che essere le note dell’Internazionale Comunista, la colonna sonora dell’intera vita di un vero Comunista militante.