“Una legge per Modica”, parte la raccolta di firme

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È partita ieri mattina la raccolta di firme per la petizione promossa dal Comitato per il centro storico di Modica per raggiungere l’obiettivo di una “legge per Modica”. Il testo della petizione è stato presentato ieri mattina, a nome del comitato, dall’avvocato Antonio Ruta, dall’architetto Emanuele Fidone e dal presidente della Cna di Modica Giovanni Colombo: si tratta infatti, di un’iniziativa che vuole partire “dal basso”, in primo luogo dai professionisti, dai tecnici e dalle imprese che vedono in questo strumento una grande opportunità, oltre che dai cittadini che firmeranno la petizione. Con questo documento si vuole chiedere al presidente della Regione Rosario Crocetta “di farsi promotore di una legge per la salvaguardia, il recupero e la valorizzazione del centro storico di Modica e degli altri Comuni del Val Di Noto, ancora oggi ingiustamente esclusi da specifici finanziamenti regionali, anche al fine di superare inaccettabili discriminazioni e disparità di trattamento fra Comuni che godono a partire dal 2002 dello stesso riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità; una legge che assuma come punto di riferimento quella su Ibla per l’impianto normativo, l’entità delle risorse e il loro carattere poliennale e preveda anche l’utilizzazione dei fondi europei 2014-2020”.

“Non vogliamo togliere nulla a nessuno – ha precisato l’avvocato Ruta -, ma il nostro obiettivo è quello di dare al centro storico di Modica, al pari di quello di Scicli e degli altri comuni Unesco, le stesse opportunità che ha avuto Ibla, attraverso una legge sulla falsa riga della 61/81 o una sua stessa rimodulazione”. “La questione dei centri storici – ha spiegato l’architetto Fidone – va messa al centro dell’idea delle nostre città del futuro: la qualità della città tutta, anche delle sue periferie, riparte infatti dalla rivitalizzazione del centro storico. Bisogna trovare soluzioni efficaci per riportare nei centri coloro che nel corso dei decenni si sono trasferiti altrove, dimostrando che recuperare un immobile è, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista sociale, più conveniente che costruirne uno nuovo”.  Lo stesso Colombo, presidente della Cna, ha sottolineato l’indispensabilità di finanziamenti esterni per dare opportunità alle imprese. “Tornare ad abitare in centro storico è una volontà di molti – ha commentato anche l’avvocato Carmelo Ruta – ma bisogna renderlo possibile entro una programmazione precisa e regole definite. È chiaro poi che la valorizzazione del centro storico e l’armonizzazione della periferia, oltre a dare occasioni di lavoro non indifferenti, porterà con sé un incremento della capacità di attrazione turistica della città”.