Il commento di Mirabella sull’Università: “Far cassa per coprire le spese”

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L’intervento del consigliere di Idee per Ragusa, Giorgio Mirabella, nella seduta aperta del consiglio comunale di lunedì 19 maggio sull’Università.

La decisione dell’ex provincia regionale di Ragusa di tirarsi fuori dal consorzio universitario, su decisione del commissario Floreno, ha fatto cadere una tegola sul futuro dell’esperienza universitaria nella nostra città.
Non volendo ricordare l’excursus che negli anni ha caratterizzato la presenza dell’università in città, e in modo contestuale il depauperamento a cui si è assistito negli ultimi anni, con la dismissioni delle varie facoltà, oggi rimane il fiore all’occhiello rappresentato da Lingue e Letterature straniere.

L’unica domanda, prima di proseguire nel dibattito da porre, è quale futuro si intende dare a questa facoltà e se la repentina decisione di Viale del Fante produrrà un effetto domino difficile da recuperare.
Chiedo dunque all’Amministrazione in che modo intende proseguire e quali le interlocuzioni già poste in essere con l’ateneo catanese per garantire il mantenimento della facoltà?
Tra qualche settimana sarà ultimata la sessione di studi, e si aprirà quella nuova, con le iscrizioni per il nuovo anno accademico, ca capire se si è pronti?
Qualche anno fa abbiamo assistito al boom di presenze a Ibla, dove ha avuto sede la maggior parte delle facoltà; ma in modo progressivo la dismissione che ne è seguita, ha procurato molta incertezza e ha messo in grande difficoltà quanti avevano investito in questo settore.
Oggi ci troviamo con un problema non indifferente e nonostante – è giusto dirlo – il Comune di Ragusa abbia puntualmente rispettato gli impegni economici assunti, riteniamo non possa avere la capacità finanziaria di poter provvedere in toto.
Chiedo dunque se il sindaco abbia avviato la ricerca di nuovi soci da inserire nel consorzio?
Quale la politica che si intende adottare per mantenere in vita la facoltà?
Quali le preoccupazioni emerse dall’interlocuzione che speriamo ci sia stata con l’ateneo di Catania?
E in che modo questa situazione di impasse possa essere superata?
Noi dobbiamo delle risposte agli studenti che proseguiranno nel loro corso di studi.
A coloro che intendono iscriversi al primo anno.
Ai docenti che hanno compiuto scelte professionali in tal senso.
E a quanti hanno investito per consentire alla città di Ragusa di poter ospitare e assolvere gli impegni assunti.
Chiedo, in modo contestuale, quale è l’utilizzo di ex sedi universitarie che ai tempi sono state ristrutturate per ospitare le facoltà, e che oggi, in mancanza delle stesse, credo siano chiuse e lasciate al loro destino. Chiedo se tali siti possano in altro modo essere utilizzati magari con l’obiettivo di fare cassa, proprio per garantire quella capacità economica di cui non si può fare a meno per continuare a sostenere l’esperienza universitaria a Ragusa.
Se tali domande dovessero rimanere inevase, allora chiedo all’Amministrazione comunale e al Sindaco Piccitto, quale il piano B a cui ricorrere per non far naufragare anche l’ultimo baluardo universitario che è rimasto in città e per fornire certezze e non risposte approssimative.