Circonvenzione di anziano a Comiso: 30mila euro il bottino in tre anni

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La Polizia di Comiso ha eseguito, nella giornata di giovedì 17, un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di G.G.B., nato a Comiso nel 1955, (pluripregiudicato con precedenti specifici, recidivo), che – secondo quanto ricostruito dai poliziotti – era riuscito più volte a conquistare la fiducia di un anziano comisano di 83 anni che gli aveva consegnato nel corso degli anni, una somma di denaro pari a 30mila euro.

Questa la ricostruzione del Commissariato di Comiso:

Tutto è iniziato lo scorso 8 marzo quando in questi uffici di via Pietro Micca, il parente di un ottuagenario presentava una denuncia-querela nei confronti di B.. Nell’esposizione dei fatti il denunciante dichiarava di essere parente di un anziano di 83 anni e che due giorni prima aveva saputo che il consanguineo si era recato presso gli Uffici comunali per sottoscrivere ed autenticare una delega della firma su un documento INPS per il ritiro della propria pensione da parte di un certo signor B.
Il denunziante, allarmato per quanto venuto a conoscenza, sospettava che si trattasse di una circonvenzione in quanto sapeva bene che il suo parente, che vive nell’assoluta solitudine, analfabeta e che ancora oggi non conosce il valore del danaro (tanto da non aver compreso il passaggio dalla lira all’euro) non avrebbe potuto delegare una persona sconosciuta per la riscossione della pensione. La Polizia di Stato, da sempre al servizio del cittadino e soprattutto dei più deboli, si attivava immediatamente e apprendeva che l’anziano era titolare di ben due conti correnti accesi presso due banche site in Piazza Fonte Diana a Comiso, con depositi di decine di migliaia di euro ognuno. Senza indugio gli ufficiali di Polizia Giudiziaria si recavano presso le due filiali ed informavano la direzione di porre attenzione su una eventuale movimentazione di danaro dal conto corrente della vittima.
Effettivamente, in data 11 marzo verso le ore 10,50 un impiegato di una delle due banche riferiva agli investigatori della Polizia che l’anziano stava provvedendo a prelevare del danaro dal suo libretto di risparmio senza specificare la cifra, ma aggiungeva che, trattandosi del titolare del conto, non avrebbero potuto ostacolare l’operazione. Sospettando che potesse trattarsi di un prelievo da destinare al truffatore, gli agenti di Polizia predisponevano un servizio di appostamento presso l’abitazione dell’uomo. L’attesa dava i suoi frutti: verso le ore 16,00 notavano un uomo conosciuto anche per i suoi precedenti specifici che si recava presso l’abitazione dell’anziano. Atteso qualche minuto, gli agenti di Polizia si presentavano alla porta al fine di verificare cosa stessa accadendo dentro l’appartamento. Ad aprire lo stesso anziano; all’interno vi era anche B. che agli operatori di Polizia riferiva di essere un parente dell’uomo.
Immediatamente, però, la vittima irritata per quanto veniva detto, precisava al Sovrintendente di Polizia intervenuto che quell’uomo non era suo parente e che a lui si era presentato con un altro cognome. L’anziano aggiungeva, inoltre, che, per quanto di sua conoscenza, i documenti che aveva firmato non servivano per la delega alla riscossione della pensione, ma per avviare una pratica di aumento della pensione. Lo stesso anziano aveva inoltre confermato di aver consegnato la somma appena prelevata, 500 euro, allo stesso B. allo scopo di agevolare il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento, che avrebbe fatto lievitare l’ammontare della somma riscossa mensilmente dall’Inps.
Attraverso il racconto dell’anziano si è accertato anche che B. negli ultimi tre anni, presentandosi con un altro nome ed approfittando del ruolo di vicino di casa, era riuscito a conquistare la fiducia della vittima, sottraendogli ben 30.000 euro con prelievi costanti di somme di denaro che l’anziano effettuava personalmente per poi ricevere in cambio pochi alimenti ed alcuni beni primari.
Non capendo bene il valore del denaro, però, sino a quel momento non aveva realizzato di essere stato raggirato. Ieri l’epilogo della vicenda quando il Gip, valutando l’attività investigativa e le osservazioni del PM, ha emesso l’ordinanza di custodia agli arresti domiciliari eseguita dal personale della Polizia di Stato.