Perché gli sciclitani non potranno andare a vedere “Italo”

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“Da parte dell’assessorato al Turismo e alle Manutenzioni e dell’assessorato al Bilancio del Comune di Scicli sono state da tempo impartite precise direttive agli uffici di porre in atto nei tempi più brevi quanto può servire affinché la cittadinanza possa fruire del Cine Teatro Italia”. La rassicurazione dell’assessore Giampaolo Schillaci, se da un lato mira a spegnere la legittima “rabbia” dei cittadini di Scicli, dall’altra muove dalla ricostruzione dei fatti che hanno portato il cinema Italia alla chiusura, laddove tuttora permangono molte zone d’ombra. Se gli sciclitani sono legittimamente arrabbiati per il fatto di non avere una sala cinematografica, lo diventano ancor più in previsione dell’uscita – il prossimo 8 gennaio – del film “Italo”, che pur essendo stato girato qui, andrà in prima sugli schermi di Modica e Ragusa (un po’ come accade i rosolinesi in queste settimane, insomma, con “Andate a quel paese” di Ficarra e Picone”).
“La Questura di Ragusa – precisa Schillaci – ha informato con nota scritta il Comune di Scicli della revoca degli atti autorizzativi di propria competenza, non avendo il gestore ottemperato alle prescrizioni impartite dalla Commissione Comunale di Vigilanza Locali di Pubblico Spettacolo. Già lo scorso 25 febbraio la Commissione, a seguito sopralluogo, ha prescritto al gestore l’esecuzione di alcuni lavori e richiesto elaborati tecnici giustificativi dell’esecuzione a norma degli impianti. La Commissione si è riunita nuovamente il 24 aprile per l’esame della pratica Cinema Italia e ha assegnato sei mesi di tempo per produrre le certificazioni. Il 19 giugno, constatata l’esecuzione dei lavori, la Commissione ha rilasciato il proprio parere favorevole, ferma restando la prescrizione della presentazione della verifica di vulnerabilità sismica, per la quale presentazione la scadenza rimaneva quella del 24 ottobre 2014. È bene sottolineare – spiega dunque Schillaci – che la richiamata ordinanza non prescrive lavori di consolidamento, ma unicamente la redazione di un documento tecnico. Essendo infruttuosamente trascorso tale termine, la Questura ha per l’appunto inviato la comunicazione di revoca. Negli anni 2000 il Comune di Scicli – ricorda ancora Schillaci – ha condotto a propria cura e spese lavori di consolidamento, per i quali la cittadinanza oggi paga un mutuo i cui interessi annui (circa 18.000 euro) sono superiori agli introiti versati dalla gestione nelle casse comunali. Questo inconveniente, a carico della comunità sciclitana, si è verificato probabilmente in quanto il bando del 2013 fu pubblicato senza il supporto dalla valutazione economica. Rimane anche da meglio comprendere – conclude Schillaci – come mai al Comune sia pervenuta dal gestore richiesta di autorizzazione e di anticipazione finanziaria per eseguire lavori che la Commissione nella visita di giugno rilevò come già effettuati”.