Non gettate quella cicca!

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Il fatto di dovere ricorrere ad una legge inibitoria e sanzionatoria significa che da nord a sud, nessuna regione esclusa, il livello di inciviltà è ancora alto.

Prova ne sia che esistono anche altre leggi simili: divieti di gettare cicche nelle spiagge, di lasciare per le strade le feci degli amici a 4 zampe, di fumare nelle macchine in presenza di donne gravide e minori, di gettare rifiuti fuori dai cassonetti creando, per contro, discariche abusive, di sparare botti in spazi pubblici.

C’è tutta una normativa con relative ordinanze, che fa pensare che ciò che dovrebbe essere logico, in realtà non lo è affatto. Manca il senso dello spazio comune condiviso, il senso della cosa pubblica che ci appartiene perché ci viviamo. Ancor peggio, manca il concetto del decoro che è la nostra carta d’identità. Mi piace immaginare che i naturali trasgressori, cosiddetti incivili, manifestino anche esteriormente questo grado di sporcizia, presentandosi pubblicamente laidi, maleodoranti, incolti e ignoranti. Invece no. Spesso è esattamente il contrario. Casalinghette che tengono pulite le proprie case a livello maniacale quando si ritrovano all’aperto a gossippare tra di loro, non esitano a sfoderare sigarette gettando poi, nevroticamente, la cicca per terra. Ma anche intellettualoidi seri ed impegnati che sciorinano il loro sapere in pubblica piazza davanti ad una platea silenziosa di seguaci, non esitano con stile e nonchalance, a gettare cenere e cicche per terra, pur di non spostarsi di due metri e usare gli appositi contenitori.

E i proprietari di cani…ne vogliamo parlare? Ma che persone distinte! Tutte in tiro, con il cagnolino di razza e tanto di pedigree, a spasso nelle vie centrali di una città o in un lungomare frequentato da migliaia di turisti, senza la minima traccia di paletta e sacchettino per raccogliere le cosette maleodoranti e appiccicose che i loro animaletti secernono. La cosa più ironica è che alcuni di questi zozzoni per vocazione, non si risparmiano nel chiedere che si faccia un controllo serrato sui territori, al fine di “beccare” i trasgressori, dai produttori di cicche selvagge, dai creatori di discariche abusive, ai cinofili imbratta marciapiedi.

Perché non dire anche queste cose? Certo, si rischia di urtare la sensibilità e la suscettibilità di alcuni perbenisti che delle regole ne fanno una ragione di vita quando si tratta di puntare il dito su altri. Ma io lo voglio dire. Si, voglio urtare la sensibilità e la suscettibilità dei soloni che rivendicano sempre ma che non rispettano mai il “il comune senso del pudore”. E voglio urtare anche la sensibilità, alquanto plastica, di tutti quelli che dicono puntualmente: “che m’importa, che devo pulire io”?
Ebbene si, porcellini di tutta Italia isole comprese, la verità è questa. Avete bisogno di leggi e di multe per adempiere a cose che dovrebbero rientrare nei costumi normali, naturali. Ma chi ci salverà da questi bipedi imbratta mondo ? E concludo: se per caso qualcuno si sta chiedendo se io sia deputata a scagliare la prima pietra, tranquillizzo tutti. Io sono una tra i tanti indignati e ormai insofferenti al malcostume e all’inciviltà e che del rispetto vero verso gli altri e verso sé stessi, ne ha fatto una regola di vita.

PS : detto questo, ci si auspica pure che tutti i comuni d’Italia, isole comprese, si attrezzino per mettere tutti in condizione di non sporcare.