L’incubo emergenza idrica per gli abitanti di ‘Selvaggio’ e ‘Bruscè’. Il Comune cosa fa?

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Torna la bella stagione e come ogni anno si ripresenta, per alcuni quartieri di Ragusa, l’incubo acqua.

Sono anni che in alcune zone della città, come il ‘Selvaggio’ e il ‘Bruscè’, estate diventa sinonimo di mancanza di acqua nelle abitazioni, quasi come fosse un ritorno al Medioevo.

Abbiamo parlato con Antonella che abita proprio in via Cesare Terranova e ci ha spiegato la situazione di disagio vissuta da lei e da tutti gli abitanti.

“In questa zona siamo abbandonati a noi stessi, e non sto parlando solo dell’attuale amministrazione comunale, perchè anche con le precedenti amministrazioni questo problema si era presentato. Siamo un quartiere molto popolato, dove ci sono addirittura due case di riposo, e ritrovarsi senza acqua corrente nel 2016 è una cosa davvero inaudita”. Ci spiega facendosi  portavoce di tutte le persone che hanno lo stesso problema.

Il caldo a Ragusa è arrivato da una settimana e infatti è proprio dalla scorsa settimana che già si registrano i primi disagi.

“Hanno iniziato a portare l’acqua con le autobotti, perchè le cisterne non si riempivano – ci racconta ancora Antonella – sabato invece non è proprio arrivata e quando abbiamo chiesto informazioni ci hanno risposto che questo inverno ha piovuto poco.

Ciò è ovviamente vero, ma come è altrettanto vero che non possiamo svegliarci ogni mattina, chiedendoci se avremo la possibilità di lavarci o di pulire le stoviglie o di fare tutte le cose ‘normali’ che nelle altre case in Italia si fanno senza problemi. Per noi invece la normalità è tenere sempre conservata una piccola riserva di acqua da usare nei casi di emergenza”.

Logicamente le persone colpite da questo disagio hanno chiesto chiarimenti al Comune. La risposta è stata che la zona ‘incriminata’ è un quartiere in continua espansione, ma la stessa crescita non l’hanno avuta i pozzi che adesso devono elargire acqua a un maggior numero di abitazioni, ma con una pressione che è rimasta ancora debole.

Nel 2013 quell’area era stata tra le più colpite a seguito della chiusura dei pozzi B e B1 che risultavano inquinati. 

Comunque quale che sia la causa, le persone  meritano una risposta e ancor più una soluzione, che speriamo possa arrivare presto, per evitare di dover trascorrere un’altra estate a lesinare sull’acqua e con il timore di girare il miscelatore del rubinetto e non veder uscire neanche una goccia.