Walter Lazzarin: lo scrittore ‘artista di strada’

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A volte sono gli incontri casuali quelli più belli ed interessanti. Come quello fatto in un pomeriggio d’estate in uno scenario insolito tra cigni, capre e maialini nella Villa di Pozzallo, di cui presto vi parleremo, ma questa è un’altra storia.

In fondo trovarlo lì non avrebbe dovuto stranirci perché come lui stesso scrive nel suo libro “Ogni giorno mi troverai qui ai giardini pubblici su una panchina. Mi dovrai cercare perché non sarò mai sulla stessa panchina, ma infine mi troverai“. In realtà non l’abbiamo trovato su una panchina ma a terra, in compagnia della sua inseparabile macchina da scrivere. Lui è Walter Lazzarin un ragazzo padovano di 33 anni, laureato in Economia e Filosofia. Nel 2011 ha esordito con il romanzo “A volte un bacio”, edito dal Foglio Letterario con cui l’anno successivo ha pubblicato “Lettere d’Amore”.

Con questo libro ha vinto il secondo premio al concorso internazionale “Lettera d’Amore”. Nel 2013 è stato finalista del concorso Storie Fantastiche e nel 2014 ha vinto il contest Intervista con il padre, indetto da Leoconte Editore.

Nove mesi fa ha deciso di iniziare questo viaggio… “All’inizio doveva essere la storia di un romanzo- ci racconta Walter-volevo scrivere di un ragazzo che promuoveva il suo libro andando porta a porta, campanello per campanello, girando tutta l’Italia. Poi invece ho capito che la cosa migliore per il ragazzo era fare l’artista di strada e non suonare porta a porta perché ciò lo avrebbe costretto ad avere un mandante e a dover risolvere tanti altri problemi fiscali che invece spacciandosi per artista di strada avrebbe evitato. Dopo aver raccolto tutti questi dati mi sono accorto che il ragazzo ce la poteva fare. Il mio obiettivo in quel momento era rendere credibile la trama. E poi mi sono detto se ce la può fare il ragazzo perché non posso farcela anche io? E così ho tenuto in freezer l’idea, poi quando ho concluso il mio ultimo libro ‘Il Drago non si droga’ mi sono reso conto che avevo tutto quello che mi serviva per iniziare questa avventura compreso un libro che avrei potuto promuovere e vendere perché questo libro funziona, piace tanto è la storia di un bambino che decide di scappare di casa, incontra il padre che non aveva mai conosciuto prima, inizia un’avventura in chiave moderna e questo alla gente piace. E così ho iniziato a scrivere sulla mia pagina Facebook dei post per cercare di sondare il terreno e chiedevo tenendomi sul vago: “Che ne pensereste se un ragazzo dal nome W decidesse di partire per l’Italia e di promuovere il suo libro in strada, città per città?” Ho visto che la risposta era super favorevole e così ho fissato la data era l’11 Ottobre. Poi ho fissato la prima tappa che è stata Roma e sono partito!”

Da allora quante città hai girato?

Faccio prima a dirti dove non sono andato! Mi mancano tre regioni, l’Emilia Romagna, il Friuli Venezia Giulia che sono vicine alla mia regione che è il Veneto e non a caso le ho tenute per ultime e poi le Marche in cui sarò ad agosto perché mi hanno invitato a Macerata. Quindi sicuramente riuscirò entro l’anno a finire tutte le regioni. Fra l’altro all’inizio non avevo messo in preventivo che avrei girato tutta l’Italia avevo pensato a delle tappe che mi permettessero di essere presente al Nord, al Sud e al Centro ma tipo due tappe a zona.

Cosa facevi prima di cominciare questo viaggio?

Facevo l’insegnante di Storia e Filosofia in una scuola privata. Era il mio obiettivo ma essendo iper precario ho deciso di provare questa esperienza. Anche perché o la facevo adesso o forse non l’avrei più fatta perché è molto faticosa.

Come funziona? Ti chiamano gli altri o decidi tu la città da visitare?

Entrambe le cose. Prima di partire avevo pianificato esattamente i mesi in cui sarei stato in un posto piuttosto che in un altro. Ad esempio del Sud avevo incluso Palermo e Napoli e poi invece molti siciliani conosciuti a Roma mi hanno indicato Catania. Poi a Roma la prima signora che mi ha ospitato a Roma era Calabrese quindi sono stato anche in Calabria e così via. Man mano che la gente mi incontrava mi invitava ad andare nella sua regione o città. Nella vostra provincia ad esempio sono arrivato perché mi ha contatto Domenico Occhipinti un tuo collega che ha organizzato insieme a Paolo Di Stefano e Silvio Rizzo a Punta Secca un piccolo festival dal titolo “Libri D’aMare” e così ho scoperto anche questa bellissima parte del nostro Paese. Poi su facebook mi ha contatto Giuseppina Sirugo che fa parte di un gruppo i “Villani” di Pozzallo che hanno recuperato questa splendido posto ed eccomi qui.

Perché la scelta della macchina da scrivere piuttosto che un computer? Anche perché molti ragazzini forse non ne hanno mai vista una…

I motivi sono tanti. Da quelli più romantici perché la macchina da scrivere ha tutto un altro fascino rispetto al computer e mi permette di scrivere e di regalare ai passanti quello che ho pensato in quel momento. Poi ci sono anche dei motivi pratici nel senso che se piove il computer si rovina e lì dentro c’è tutta la mia vita e poi avrei bisogno sempre di una presa per ricaricarlo insomma meglio la macchina da scrivere per fare ciò che sto facendo io!

Pensi che farai questa vita per molto tempo, hai intenzione di promuovere sempre così i tuoi libri?

Intanto questo progetto “Scrittore per strada” durerà un anno. Quindi ancora ho davanti a me alcuni mesi per terminare il mio viaggio e pensare a cosa fare dopo. Come dicevo è molto stancante però è certamente un nuovo modo di proporre il proprio lavoro e di avere un contatto diretto con il lettore. Per questo sto pensando di portarlo avanti anche solo nei week end. Quindi magari per il prossimo libro sceglierò le città in cui non sono ancora stato e andrò via nei fine settimana.