Lo sciacallo (italiano) nella barca dei disperati: la squallida ‘trovata’ di un ispicese

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La Polizia di Stato – Squadra Mobile – a seguito delle indagini avviate dopo lo sbarco di 33 migranti di qualche giorno fa, ha proceduto al sequestro della barca a vela che si era incagliata sulle coste ispicesi.

Durante le fasi di recupero della barca a vela curate dalla Capitaneria di Porto, gli investigatori della Squadra Mobile e della Polizia Scientifica, recuperavano tutti gli oggetti che si trovavano all’interno, in particolar modo zaini e valige.

Al fine di recuperare tutti gli oggetti personali, i poliziotti in costume da bagno hanno raggiunto la barca ed una volta saliti a bordo hanno fatto un’accurata ispezione del natante, rinvenendo materiale di interesse investigativo.

Dall’escussione dei migranti superstiti si apprendeva che all’interno degli zaini vi fossero oggetti di valore come tablet e smartphone. Tutto ciò che veniva riconosciuto dai migranti veniva restituito mentre altri oggetti sono di rilevante interesse investigativo e sono tuttora sottoposti ad analisti tecnico-scientifica.

Dalle informazioni raccolte si apprendeva inoltre che alcuni oggetti di valore, come oggetti in oro e telefoni, non erano stati restituiti e di sicuro erano stati lasciati a bordo della barca dai migranti.

Uno dei migranti: “Sono sicuro di aver lasciato il mio zaino con tutti i pochi averi che mi erano rimasti, all’interno della barca; nelle fasi di soccorso ci hanno detto di lasciare tutto a bordo perché eravamo in pericolo”.

Con particolari tecniche investigative di tipo anche scientifico, gli uomini della Squadra Mobile, ieri mattina hanno bussato alla porta di un ispicese che risiede proprio a pochi passi dalla splendida spiaggia, a Marina di Marza. L’uomo dopo aver negato un proprio coinvolgimento, ha ammesso le proprie responsabilità restituendo gli effetti personali. Si era impossessato pure delle sigarette e alcune paia di scarpe e ovviamente dei telefoni e tablet lasciati sulla barca.

Ha provato pure a giustificarsi dicendo ai poliziotti “Ma le cose trovate in mare sono di chi le trova”. Peccato che la barca fosse sotto sequestro e quegli effetti personali non erano stati smarriti ma piuttosto i migranti erano stati costretti, proprio dai soccorritori, a lasciare tutto in barca in quanto in pericolo.

Per come è stato possibile ricostruire, l’uomo aveva assistito alle diverse fasi di soccorso e alle immediate indagini nottetempo della Squadra Mobile intervenuta sulla spiaggia. I soccorritori dopo aver trasbordato tutti i migranti, li hanno accompagnati all’Hotspot di Pozzallo lasciando incustodita la barca per le pessime condizioni meteo. Il recupero dell’imbarcazione era stato rinviato fino a quando il mare non si fosse calmato e si poteva agire in sicurezza.

Passati pochi minuti dal recupero, l’ispicese, con gravi precedenti penali, ha colto l’occasione per agire come uno sciacallo. Utilizzando una piccola barca ha raggiunto il natante incagliato sulla spiaggia, è salito a bordo ed ha fatto razzia degli oggetti di valore, non curante del fatto che quegli oggetti fossero di proprietà di chi non aveva più nulla se non quei pochi averi.

La Squadra Mobile ha così restituito gli effetti personali ai rispettivi proprietari che, felicissimi di aver ritrovato i loro pochi averi, hanno ringraziato per l’attività svolta dalla Polizia di Stato, in quanto si erano ormai rassegnati per la perdita.

Intanto le indagini della Squadra Mobile continuano per individuare i responsabili dello sbarco ed eventuali basisti presenti sul territorio ragusano che, potrebbero aver dato assistenza agli scafisti fuggiti lungo la costa dopo essersi tuffati in mare.