Feticisti e pedofili, la Polizia di Catania smantella ‘rete’ di ventenni

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Immagine di repertorio

Nell’ambito delle indagini finalizzate alla repressione del fenomeno della pedo pornografia on line, la Procura Distrettuale di Catania ha disposto perquisizioni in varie città d’Italia nei confronti di sette persone indagate per istigazione a pratiche di pedofilia e detenzione di materiale di pornografia minorile. Le indagini, condotte dal Compartimento Polizia Postale di Catania, con il coordinamento del C.N.C.P.O., hanno portato alla identificazione degli indagati grazie alla scrupolosa attività di sottocopertura che il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni svolge 24 ore su 24, sul darknet.

Le sette persone denunciate facevano parte di un gruppo virtuale di pedofili i cui iscritti mostravano una particolare attrazione per foto e video ritraenti i piedi di bambini con meno di 12 anni, condividendo altresì immagini di minori in pose erotiche.

Svariate sono le forme in cui si presentano le deviazioni sessuali degli adulti: il feticismo è una di queste.

E nella Rete, che non ha limiti né confini, è possibile trovare siti pedo in tutto e per tutto speculari a quelli che offrono materiale pornografico con protagonisti adulti.

E’ proprio nel corso delle attività di monitoraggio della Rete più sommersa, che gli investigatori della Polizia Postale di Catania, autorizzati dalla locale Procura Distrettuale, sono riusciti ad individuare e denunciare i sette utenti per istigazione a pratiche di pedofilia (art.414bis codice penale) e detenzione di materiale di pornografia minorile (art. 600quater codice penale).

Le perquisizioni domiciliari ed informatiche sono state compiute nelle abitazioni degli indagati, quasi tutti studenti 20enni, residenti a Messina, Enna, Alessandria, Bologna, Ancona, Lucca e Massa Carrara.

Quasi tutti ancora conviventi con i genitori, solo alcuni di essi avevano già precedenti in materia di pornografia minorile, mentre altri, nel corso delle perquisizioni, hanno inizialmente sostenuto che non pensavano fosse reato provare attrazione per i piedi dei bambini, ma la successiva analisi del contenuto dei loro computer faceva emergere anche l’archiviazione di immagini pedopornografiche .

Ingente il materiale pedopornografico rinvenuto dagli investigatori che era archiviato nei vari dispositivi elettronici sequestrati agli indagati.

I sentieri della Rete che conducono fino al Darknet rappresentano una sfida per gli operatori di Polizia in sottocopertura che lavorano ogni giorno per espugnare i luoghi virtuali dove vige l’assoluta anonimizzazione di tutte le connessioni.