Palme malate, i cittadini vogliono curarle a spese loro. Abbate: “No, grazie”

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“Apprezziamo molto l’interessamento di questo comitato spontaneo di cittadini che ha a cuore le sorti delle storiche palme presenti nel centro storico. Vogliamo però rimarcare che già il Comune predispone periodicamente interventi mirati al trattamento di questo parassita che negli ultimi anni ha causato danni ingenti un po’ ovunque”.

Il sindaco Ignazio Abbate sembra non volerne sentire granché a proposito della minaccia del punteruolo rosso alle palme del centro storico di cui un comitato spontaneo di cittadini ha fatto una causa quasi personale, proponendo ai commercianti del centro storico di adottare ciascuno una palma per garantire trattamenti costanti ed evitarne la morte. 

La situazione è così ormai da anni: si alza lo sguardo verso le palme di piazza Matteotti e le si trova sempre più malridotte. Da qualche giorno, addirittura decapitate, accrescendo il senso di tristezza e squallore per questo vero e proprio simbolo del centro storico che viene lasciato morire. 

“Abbiamo chiesto più e più volte all’Amministrazione conto dei trattamenti, che per essere efficaci devono essere fatti con costanza e tutti i mesi”, spiegano i promotori dell’iniziativa, che lamentano invece scarsissimo interesse da parte degli assessori competenti al centro storico e al verde pubblico rispetto ai danni che il punteruolo rosso sta facendo non tanto e non solo alle palme, ma più in generale all’aspetto del centro storico modicano: “Finora alcuni interventi sono stati fatti solo quando ormai era troppo tardi. Ci si decide a fare un trattamento solo quando si vedono le palme con le foglie orizzontali, già completamente aperte, cioè quando già la palma è quasi completamente spacciata. Non è difficile da capire: è come se se di fronte a una persona malata di tumore si decidesse di intervenire con le cure solo quando le metastasi sono ormai in tutto il corpo”. 

Secondo il sindaco, però, le cose non starebbero proprio così: “Saremo comunque ben felici – dichiara Abbate replicando alla loro denuncia – di poter incontrare i componenti di questo comitato per confrontare le loro soluzioni con gli interventi che facciamo già. In questo modo potremo trovare sicuramente una giusta via per risolvere questo problema che, ci tengo a ribadirlo, non è affatto sottovalutato da questa Amministrazione”. 

In realtà la loro proposta nemmeno è da sottovalutare: “Se l’amministrazione comunale di Modica non vuole occuparsi delle palme del centro storico, che sta lasciando morire, se ne occupino i privati”, hanno proposto. “Abbiamo contattato dei vivai – spiegano i promotori – che ci hanno assicurato di potersi occupare di tutte le palme al costo di 60 o al massimo 70 euro al mese per ciascuna palma. Quelle del centro storico sono circa una ventina. Questo vuol dire che basterebbe che i commercianti che operano vicino ad ognuna di loro potrebbero farsi carico di adottarle, se il Comune ci consentisse di fare questa operazione. Proponiamo questo, pur di salvare le palme, ma senza dimenticare che il Comune potrebbe e anzi dovrebbe farsene carico, per esempio destinando una piccola quota della tassa di soggiorno”.  

Negli anni passati si era addirittura parlato della possibilità che il Comune affidasse uno specifico incarico di consulenza esterna ad un agronomo, affinché seguisse un’opera di prevenzione straordinaria, e si erano organizzate iniziative di comitati che si erano detti disponibili a farsi carico degli interventi. Quelle di Modica Bassa, comunque, non sono le sole palme ad essere colpite, anche se sono naturalmente quelle che destano maggiore preoccupazione.  E non va dimenticato che una parte di responsabilità in questa emergenza ce l’hanno i privati, che sarebbero tenuti a dichiarare se hanno una pianta malata e ad intervenire per evitare che l’epidemia si espanda, cosa che raramente avviene, soprattutto in mancanza di un piano globale di cura e profilassi, sostenuto da monitoraggi e informazioni continue a tutti i livelli. 

[Fonte La Sicilia]