Dalla Libia a Pozzallo per curarsi, la storia di due fratelli in fuga su una barca

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La storia di Asad

Hanno sfidato tutto e tutti per trovare la salvezza e potersi curare.

Due fratelli libici sono stati salvati da una motovedetta mentre si trovavano in alto mare su una piccolissima e precaria imbarcazione in balia delle onde.

Una volta trasportati a bordo della motonave che li avrebbe portati a Pozzallo i due uomini hanno iniziato a vedere uno spiraglio di salvezza, come hanno raccontato ieri, dopo essere sbarcati sulle coste iblee, agli uomini della Polizia.

Uno dei due fratelli è affetto da una grave patologia, una forma di leucemia, non curabile nel suo Paese, la Libia, come dimostrano le tante carte sanitarie che il migrante aveva con se. Essendo le sue condizioni molto precarie il fratello lo ha assistito e accompagnato nel viaggio. Un’impresa disperata ed è stata forse proprio la disperazione a condurre i due uomini a sfidare la sorte, il mare insidioso e le organizzazioni criminali che hanno il controllo dei viaggi dei migranti.

In questo caso i due uomini, molto probabilmente senza la somma richiesta per i viaggi sui barconi, hanno deciso di tentare il tutto per tutto: imbarcarsi da soli avventurandosi verso il mare più profondo senza sapere cosa li poteva aspettare.

Ma la fortuna ha voluto che venissero intercettati da una motovedetta libica che li ha poi portati sull’imbarcazione per i soccorsi in acque internazionali dove, insieme ad altri 133 migranti, sono sbarcati nel porto di Pozzallo ieri pomeriggio. Una storia di grande umanità che ha colpito anche le forze dell’ordine.

L’uomo si trova ora ricoverato nel reparto di Oncologia dell’ospedale di Ibla. Per lui ora la speranza di salvezza.