L’annuncio a un anno dalla morte: l’1 aprile nascerà l’associazione culturale “Franco Ruta”

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Foto Simone Aprile

Un anno fa, improvvisamente, salutava per sempre la sua Modica uno degli uomini più lungimiranti e appassionati a cui la città della Contea deve una gran parte del suo ‘risveglio’. 

Proprio oggi, un anno dopo, l’annuncio di una bella iniziativa. I membri della costituenda “Associazione culturale Franco Ruta”, che nascerà il primo aprile, sono: Angelo Barone, Concetta Bonini, Marco Blanco, Antonello Buscema, Giovanni Caccamo, Salvatore Cannata, Carmelo Chiaramonte, Alessandro Di Rosa, Piera Ficili, Salvo Giannone, Tino Iozzia, Pinuccio Lavima,  Angelo Ruta,  Anna Maria Sammito, Antonio Sichera.

“Credo fermamente e solamente nella continua ricerca e nella continua conquista di nuovi valori”, scriveva Franco Ruta in una pagina di diario datata 1964: aveva ventuno anni appena e non si può dire che in tutti quelli a venire il suo pensiero sia invecchiato di un solo giorno. 

Ad un anno esatto dalla sua improvvisa scomparsa, ci facciamo interpreti del desiderio di molti che lo hanno considerato non solo un amico, non solo un ispiratore e un maestro, ma la guida di un cambiamento epocale per la città di Modica, di raccogliere almeno un pezzo della sua eredità ideale, riprendendo il percorso dei tanti progetti di cui ci ha lasciati responsabili ma soprattutto intraprendendone di nuovi, secondo quel modo di intendere la cultura che abbiamo condiviso.

Per questo abbiamo fissato una data – il 1 aprile 2017 –, convocando tutti coloro che portano nella propria vita e nel proprio modo di agire il segno dell’incontro con Franco, con l’intenzione di mettere insieme ricordi e racconti, non certo per farne una mera commemorazione ma piuttosto per ricostruire il poliedrico puzzle della sua identità e portarlo avanti nel tempo.

Ci sembra di poter dire che quella continua ricerca di cui parlava nella sua antica pagina di diario, quella continua conquista così testardamente orientata alla crescita individuale come imprescindibile fondamento di un più radicale percorso di crescita collettiva, rappresentano non solo l’essenza della sua storia personale, ma anche lo strumento con cui ha toccato le nostre vite, contagiandoci quella capacità di visione con cui ci ha resi diversi per sempre. 

Ci ha resi, com’era lui stesso, curiosi e insaziabili, nutrendo con una dose di saggezza e una ben più generosa dose di imprevedibile incoscienza il nostro istinto non solo di guardare oltre, ma di compiere il salto per arrivarci. Sulla panchina, nel vicolo dell’Antica Dolceria Bonajuto, tutti noi abbiamo imparato la sua capacità di futuro. 

Franco potrà di certo perdonarci, se per un anno lo abbiamo fermato, il futuro, storditi come siamo stati da questo suo cambio di programma, improvviso come sempre. Potrà perdonarci per un anno, ma non un giorno di più.

Il 1 aprile vogliamo chiamare a raccolta le testimonianza di tutte le relazioni, uniche, esclusive e singolarmente speciali che ha tessuto con ognuno di noi, con l’unico desiderio di ricomporre la trama di quella capacità di futuro, di assorbirla e di continuare a farcene attori.

 E se è vero, com’è nostro condiviso desiderio affermare in modo definitivo, che mai una città ha dovuto tanto ad un solo uomo come Modica deve a Franco, con la sua lungimiranza vogliamo provare ad assumerci il compito di darle le ambizioni che merita, quelle che insieme immaginiamo per lei: è per questo il 1 aprile sarà l’occasione per fondare insieme un’Associazione Culturale che porti il suo nome e che trasformi questo primo appuntamento nell’inizio di un percorso di iniziative da compiere, nel solco che lui ha cominciato a tracciare”.