Famiglia distrutta in incidente stradale, condanna a sei anni per un automobilista

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Il giudice Elio Manenti del Tribunale di Ragusa ha condannato a 6 anni di reclusione, per omicidio colposo, Rosario S., 67 anni, di Ragusa. L’uomo era alla guida dell’auto che si scontrò, il 15 agosto del 2013, con il mezzo sul quale si trovava una famiglia. Nel sinistro  persero la vita Salvatore Cilia, 42 anni, e le due figlie Martina e Mariarita, di 5 e 10 anni.

La moglie e madre delle bimbe, Sebastiana Ganci, unica superstite al tragico evento, assistita da Giesse Risarcimento Danni, società specializzata nel risarcimento di incidenti stradali con sede a Catania e Canicattì, sta ora portando avanti in sede civile la richiesta di risarcimento danni nei confronti della compagnia assicurativa.

Erano da poco passate le 17 di quel tragico ferragosto quando sulla statale 514 Ragusa – Catania, nel tratto all’altezza di Chiaramonte avvenne il drammatico impatto. 

L’incidente avvenne in prossimità di una curva, con il manto stradale reso viscido dalla pioggia.

Ad avere la peggio, come detto, fu Salvatore Cilia, alla guida della Lancia, morto ancor prima dell’arrivo dei soccorsi. La figlia Martina, soccorsa ed elitrasportata ancora viva all’ospedale Cannizzaro di Catania, spirò poche ore più tardi, nella notte, per un gravissimo politrauma. Malgrado tutte le speranze, dopo 5 giorni di lotta si spense anche la figlia maggiore, Maria Rita, di soli 10 anni, anche lei a causa di un gravissimo politrauma. L’unica superstite fu così mamma Sebastiana, che subì diverse lesioni e un lungo ricovero presso l’ospedale Guzzardi di Vittoria. 

Attendiamo ora la decisione del giudice civile in merito alla quantificazione dell’entità reale del danno” – sottolineano Ivan Greco e Diego Ferraro, responsabili delle sedi di Catania e Canicattì di Giesse.  

Il Pm aveva chiesto quattro anni, ma il giudice ha optato per una condanna più grave.

Una storia drammatica, ricostruita in Tribunale con l’ausilio di periti ed esperti. La congiunta delle tre vittime è stata rappresentata dall’avvocato Giuseppina Messina del foro di Catania.