Cosa Nostra è sempre attiva tra l’ipparino, Agrigento e la Calabria: scattano tre nuove ordinanze

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Altre 3 ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite dai Carabinieri del Comando Provinciale di Ragusa nell’ambito dell’operazione di polizia giudiziaria denominata “Proelio” con cui, nel mese di giugno 2017, avevano sgominato un’associazione dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti e a furti di bestiame
tra la Calabria e la Sicilia, arrestando 19 persone, siciliani e calabresi.

I provvedimenti odierni sono stati emessi dal Tribunale del Riesame di Catania che, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, ha stabilito che gli indagati dovranno rispondere anche del reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, per aver fatto parte del clan di “Cosa Nostra” operante a Vittoria e Comiso. Colpiti dalla nuova ordinanza di custodia cautelare Carmelo Battaglia, 42 anni, detenuto a Siracusa poiché già arrestato nella prima fase dell’operazione; Francesco Fragapane, 38 anni, detenuto a Tolmezzo (UD), anch’egli già arrestato nella prima fase dell’operazione e recentemente coinvolto in un’altra operazione antimafia dei Carabinieri di Agrigento; Salvatore Modica, 48 anni, non arrestato nella prima fase dell’operazione e ora sottoposto al regime degli arresti domiciliari.

In particolare, Battaglia, oltre che dei numerosi reati per i quali era già stato arrestato, ora dovrà rispondere anche del reato di associazione mafiosa, gli altri due del reato di traffico di stupefacenti. Tali reati, nella prima ordinanza di custodia cautelare eseguita dai Carabinieri, erano stati esclusi dalle accuse a loro contestate, ma contro tale decisione la Procura della Repubblica presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Catania aveva presentato ricorso presso il Tribunale del Riesame, che ha accolto il ricorso emettendo un’ulteriore ordinanza di custodia cautelare, divenuta esecutiva a seguito dell’ultima decisione della Corte Suprema di Cassazione.

Si conferma in tal modo la validità dell’impianto accusatorio ricostruito dalla D.D.A. di Catania e dai Carabinieri, che hanno dimostrato l’esistenza di Cosa Nostra, tra Vittoria e Comiso, con un clan con consolidati legami sia con gli altri della medesima organizzazione criminale della provincia di Agrigento che con le ‘ndrine calabresi operanti nella piana Gioia Tauro.