Nuovo ospedale: si apre il 23, ma senza pazienti. Cronoprogramma ‘top secret’

1752

È iniziato il conto alla rovescia per l’apertura del nuovo ospedale intitolato al papa «Giovanni Paolo II». Il 23 ottobre, alle 10, sarà il presidente della Regione, Nello Musumeci, a tagliare il nastro di una struttura attesa da tredici anni. Era il novembre del 2005, infatti, quando l’allora governatore dell’Isola, Totò Cuffaro, presenziò alla posa della prima pietra. A distanza di tredici anni, quindi, le porte del «Giovanni Paolo II» si aprono per un’inaugurazione sulla quale vige al momento l’assoluto riserbo da parte del manager dell’Asp, Lucio Ficarra.

Sarà forse per scaramanzia (nel giugno del 2017 era tutto pronto per aprirlo, ma scattarono l’indagine, poi il sequestro e quindi lo stop), che il commissario dell’Azienda sanitaria provinciale non vuol dir nulla su questo evento.

L’unica notizia ufficiale è arrivata proprio dalla segreteria di Musumeci. Si sa, però, di certo, che il taglio del nastro avverrà senza pazienti in ospedale. Nel senso che il trasferimento dei reparti non avverrà se non in un secondo momento.

Con che tempi? Non è dato saperlo, ma c’è chi assicura che non sarà un’inaugurazione passerella, come avvenne anni fa per l’aeroporto di Comiso: arrivò l’aereo con l’allora presidente del consiglio Massimo D’Alema atterrò nel 2007. Ci vollero sei anni per il primo «vero» volo al «Pio La Torre». Nulla di tutto ciò avverrà al «Giovanni Paolo II», assicurano in tanti, anche perché si è in presenza di una situazione ormai insostenibile all’ospedale «Civile». Una struttura ormai in decadenza, e i reparti devono essere trasferiti con una certa rapidità. In questi giorni sono stati già trasferiti i laboratori analisi e si sta completando lo spostamento della farmacia.

Pare che il primo «step» di reparti con pazienti sarà quello del blocco d’emergenza. Ad oggi nessuna conferma ufficiale, quindi, solo rumors, ma pare che si procederà in modo inverso rispetto a quanto prospettato nel cronoprogramma dell’ex manager Maurizio Aricò. Si dovrebbe partire dal «Civile», quindi, partendo dal Pronto soccorso o comunque dall’area di emergenza, come detto, mentre i reparti del «Maria Paternò Arezzo» resteranno nel nosocomio di Ibla per un po’. In pratica ostetricia e ginecologia.

Questa scelta sarebbe dettata proprio dalle condizioni delle due strutture: accettabili a Ibla, in condizioni assai critiche al «Civile». Questa, al momento, la situazione che trapela, anche se – come detto – da parte della direzione dell’Asp non arriva alcuna comunicazione ufficiale in tal senso.

[Fonte Giornale di Sicilia]