I 45 lavoratori del Donnafugata Resort ricevuti dal sindaco

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«Quarantacinque dipendenti a tempo indeterminato che rischiano di perdere il proprio lavoro, oltre a un centinaio di lavoratori stagionali, rappresentano un’emergenza sociale che non può lasciare indifferente un’Amministrazione. Sarà nostro dovere, quindi, monitorare con attenzione la situazione».

È la rassicurazione che il sindaco, Peppe Cassì, ha ribadito nel corso dell’incontro tenutosi, ieri mattina, nell’aula consiliare di Palazzo dell’Aquila, ai dipendenti del Donnafugata Resort senza alcuna certezza per il futuro. Un incontro durato quasi un’ora, per poter spiegare al primo cittadino la vicenda. Una situazione kafkiana, perché a quanto confermano i lavoratori, «il 2018 era partito con il botto» in termini di presenze nella struttura ricettiva, «stracciando i fatturati degli anni precedenti».

Una realtà che dal punto di vista economico, quindi, andava a gonfie vele e che è stata interrotta, a maggio, per motivi di altro tipo. Una sorta di «braccio di ferro» tra la società che gestisce il resort e la proprietà dei campi da Golf. In pratica, la società avrebbe dovuto realizzare una sorta di centro congressi. La struttura, tuttavia, non sarebbe stata realizzata per motivi legati a concessioni e permessi, e così la famiglia proprietaria dei terreni ha chiesto il fallimento. Su questa vicenda, si attende la decisione della Corte d’appello di Roma su un ricorso relativo a un arbitrato. L’udienza è fissata per fine febbraio.

Ma nel frattempo i lavoratori hanno i contratti ‘congelati’ dal primo dicembre, con spettanze pregresse non ancora corrisposte perché «insinuate» nel fallimento. La situazione assurda è che il curatore non ha predisposto i licenziamenti, così da poter permettere ai lavoratori di accedere agli ammortizzatori sociali. In definitiva: senza poter lavorare e ricevere spettanze, ma nei fatti legati a un contratto.

«Non si tratta di una crisi economica – hanno ribadito i lavoratori -. Quando è stato comunicato licenziamento, la curatela ha preso possesso dei conti correnti e c’era una liquidità di 1,5 milioni». La scorsa settimana si è tenuta la «gara» per l’affitto dell’azienda. Ha partecipato una sola impresa, ma è stata esclusa per motivi burocratici.

«Non conosciamo i motivi nello specifico – spiegano i lavoratori -. Però quel bando, a prima vista, ci è sembrato poco appetibile». Ora i 45 lavoratori attendono risposte anche dalla politica.

A sollevare il caso era stato il consigliere comunale del Pd, Mario D’Asta, chiedendo all’amministrazione comunale di sostenere i lavoratori in questa difficile vertenza. Ieri l’incontro col sindaco, nella speranza che la situazione si sblocchi.

[Fonte Giornale di Sicilia]