Modica, la festa di Maria Ausiliatrice celebrata nella zona Nord del quartiere Treppiedi

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Maria unisce la città, Maria unisce i quartieri, Maria ci unisce al mondo! Un messaggio chiaro, semplice e bello è stato quello offerto alla città di Modica dalle Suore Salesiane che hanno deciso di celebrare la festa di Maria Ausiliatrice spostandosi nella zona Nord del quartiere Treppiedi, una delle periferie più complesse della città. Tra canti e recita del Rosario, attorniata da tanti ragazzi e genitori, la statua di Maria Ausiliatrice ha lasciato intorno alle 18 di ieri la Casa delle Suore ed è stata portata in processione in una delle rotonde delle case popolari, dove la Caritas e la Fondazione di comunità Val di Noto hanno continuato una piccola presenza educativa, un’animazione di strada nel passato attivata dal Comune ora diventata uno dei nove cantieri educativi del territorio. In quel luogo da anni vi è la sede dell’Associazione di volontariato Piccoli fratelli. E il centro di ascolto della Caritas si fa presente per percorsi di ripartenza. Qui, come in una chiesa all’aperto, si è celebrata, con la partecipazione di tante famiglie con al centro i bambini, la “messa per la città”, aiutando a comprendere come una vera devozione a Maria non è evasione ma contributo alla crescita della comunità. Come è stato sottolineato all’inizio della celebrazione, “don Bosco si affidava all’aiuto di Maria con la stessa confidenza con cui ci si affida ai familiari più cari ma nel caso della Madonna ella è madre di tutti ed è significativo che, aiutando don Bosco nel bene, la devozione all’Ausiliatrice unisce razze e popoli di tutti i continenti. Maria in questo si fa eco della comune chiamata ad essere l’unica famiglia umana e dona alla città la misura dello sguardo con cui ci si incontra e si impara ad uscire dai problemi non da soli ma insieme”. Su questo sfondo è stato proclamato il vangelo delle nozze di Cana e il celebrante, don Michele Fidone, ha sottolineato come “spesso la nostra vita assomiglia alle giare con sola acqua mentre abbiamo bisogno di vino, del vino della gioia. E la gioia nasce dall’incontrarsi”. Nelle preghiere dei fedeli si è percepito il desiderio di una città più giusta e fraterna. Una bambina ha ricordato i bambini ammalati, quelli che non sono alla pari degli altri, quelli che mancano di qualcosa e quelli che hanno troppo e non sanno apprezzare ciò che hanno. Un genitore ha pregato per tutti coloro che hanno responsabilità educativa, perché sia sempre come auspicava don Bosco una cosa del cuore, perché non manchi a chi cresce qualcuno che sta accanto. E un’insegnante ha pregato a nome della scuola, perché sia luogo di crescita alla gentilezza, alla tolleranza e alla legalità: far crescere buoni cristiani e onesti cittadini, amava dire don Bosco. E papa Francesco ripete continuamente che ‘onesti’ significa, non solo non fare il male, ma fare il bene, fino a dire “è male non fare il bene!”. Quindi si è pregato per i cantieri educativi, luoghi in cui non si vuole lasciare indietro nessuno. I Piccoli fratelli hanno pregato perché non si saltino gli incontri e perché Maria, casa di Gesù, aiuti a farsi casa per chi resta solo e abbandonato. A rappresentare l’amministrazione il vicesindaco Saro Viola e l’assessore Maria Monisteri.

Ha animato e coordinato tutti i momenti la dinamica direttrice delle Salesiane, suor Carla, insieme ai responsabili delle varie associazioni presenti (c’era anche la Casa don Puglisi) e della Caritas. Due cori – “Regina Margherita Children’s Choir”, “Modica Godspel Choir” – hanno animato la messa e la serata, conclusa con un momento conviviale. “Come cantato nel Magnificat da Maria – afferma Maurilio Assenza, direttore della Caritas diocesana – questa è la vera storia di Dio, quella degli umili che aprendosi alla fedeltà di Dio diventano suo popolo: Chiesa in uscita, Chiesa dalle genti, popolo in cammino aperto a tutti e attento ai più deboli, ai poveri, ai migranti. Storia diversa da quella dei potenti, storia di rancori, di ingiustizie, di divisioni, di guerre. E mentre l’assemblea di scioglieva ci si chiedeva cosa si può fare per la città, per i suoi quartieri, intanto ringraziando Dio per questo segno donato dalle Suore Salesiane che fa pensare che tutti potremmo fare di più per ripensarci città a misura di Casa, che è la misura di Dio, del Dio che si è incarnato e che resta sempre presente in mezzo agli uomini”.