Studente si sente male, ma a Ibla non c’è Guardia medica: ecco cos’è accaduto

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Riportiamo integralmente la lettera di Gabriele D’Amico, studente della Struttura Didattica Speciale di Lingue a Ragusa Ibla, pubblicata dal giornale Ztl.

“Carissimi tutti,
Ci è voluto qualche giorno perché avessi il coraggio di scrivere quello che sto scrivendo, e per rendere pubblico l’episodio che mi è accaduto lo scorso 28 Maggio. Martedì pomeriggio: faccio una veloce merenda con un semplice frullato di frutta, e poi di corsa verso la lezione di piano. Durante la lezione comincio ad avvertire i sintomi di un forte raffreddore: lacrimazione agli occhi, bruciore alla gola e vari starnuti, ma non ho dato molto peso alla cosa fin quando il mio corpo non mi ha parlato. Una voce dentro di me mi ha detto “Gabriele qui qualcosa non va, sta succedendo qualcosa di brutto”. 

L’istinto, e una buona dose di buon senso, mi hanno fatto andare di corsa in farmacia a premunirmi di cortisone, poiché comincio a rendermi conto di quello che stava succedendo. La farmacista, gentilissima e disponibilissima, non ha potuto fare altro che farmi levare la camicia per constatare che fosse veramente in corso una reazione allergica; ma in quel momento i sintomi erano più simili a quelli di un forte raffreddore. 

Prendo 2 mg di Bentelan e torno a casa. Nel giro di 20 minuti le mie condizioni peggiorano. Non so che fare, cerco di mantenere la calma. Ancora una volta mi fido del mio istinto e del mio buon senso, e decido di ascoltare la vocina nella mia testa che mi diceva “non devi stare da solo”. 

Vado dal vicino di casa, per chiedergli se potesse farmi compagnia in attesa che i sintomi retrocedessero, ma lui decide che forse è meglio andare subito in Ospedale.

Non so se Dio esiste, io personalmente non credo molto in queste cose, ma il caso ha voluto che 50 metri dopo, in Corso 25 aprile un medico, che il vicino di casa conosceva, ci passasse davanti. Gli chiede aiuto e lui mi presta prontamente soccorso, iniettandomi altri 4 mg di Cortisone intramuscolare. Nel frattempo, il mio corpo era interamente di color rosso fuoco, pieno di eritemi che bruciavano e prudevano, i miei occhi a malapena aperti e la faccia gonfia. 

Dopo circa un’ora dalla somministrazione del cortisone, i sintomi cominciano a retrocedere. Scrivo questo messaggio perché martedì io, Gabriele D’Amico, studente di Mediazione Linguistica e Interculturale a Ragusa Ibla, se non avessi incontrato per caso quel medico a pochi passi da casa mia, probabilmente non sarei qui. 

Non sarei qui a causa di un semplice frullato di frutta. Quel giorno ho capito che noi studenti siamo soli, isolati in un piccolo quartiere e dove non esiste un luogo in cui possiamo recarci per avere soccorso. 

Tutto quello che abbiamo è una farmacia. 

Carissimo Sindaco Cassì, quando leggerà questo messaggio vorrei che provasse a immaginare cosa hanno provato i miei genitori quando hanno avuto contezza di quanto accaduto. Provi a immaginare cosa avrebbe provato Lei, se fosse successo a suo figlio. 

Non lo dico con rabbia o indignazione, assolutamente. Lo dico da figlio, da studente, da cittadino ragusano ormai da 2 anni, da essere umano. 

Mi sono sentito solo e inerme. Impotente di fronte a un frullato che poteva spegnere la mia vita. 

Le chiedo perciò di provvedere al più presto alla realizzazione di una Guardia Medica qui a ibla, per la quale noi studenti abbiamo già raccolto svariate firme, ma senza che notizia alcuna ci sia stata data. Non per capriccio, ma per bisogno”.