Arcigay, verso l’organizzazione del primo Ragusa Pride

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Due incontri che lasciano ben sperare. Prima con il consigliere comunale Mario D’Asta, poi con il sindaco Giuseppe Cassì. Venerdì 29 giugno, a palazzo dell’Aquila, alcuni esponenti di Arcigay Ragusa hanno avuto un confronto con il primo cittadino. Il sindaco, molto disponibile, ha ascoltato e approvato tutti i programmi e i vari progetti a breve e a lungo termine proposti dall’associazione Arcigay Ragusa per il territorio ibleo. Segnali di apertura che l’associazione giudica positivamente e ai quali, seguiranno atti e fatti importanti per la città.

“Innanzitutto – dichiara il neo presidente di Arcigay Ragusa Cristian Calvario – non pensavamo di trovare un sindaco così disponibile e che aprisse le porte a tematiche per noi e per la nostra comunità molto importanti. Oltre ai tanti progetti culturali e non, abbiamo pure parlato del primo Ragusa Pride che, se tutto va bene, potrebbe svolgersi già a partire dal 2020”.

Inoltre il sindaco Cassì, citando  l’articolo 3 della Costituzione italiana, ha ribadito che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Arcigay Ragusa ringrazia il sindaco di Ragusa Giuseppe Cassì per la disponibilità e la cordialità dimostrata durante l’incontro.

Questo incontro è seguito al proficuo confronto di qualche giorno prima con il consigliere Mario D’Asta che già aveva proposto la giornata contro l’omofobia e col quale l’associazione è certa che si potranno elaborare azioni e atti consiliari che renderanno questa città più giusta per quanto riguarda i temi dei diritti civili.

“Il consigliere D’Asta – continua il presidente Calvario – ha in cantiere diverse idee, da noi condivise, che possono garantire alla città di Ragusa dei passi in avanti. Facendo riferimento sia all’amministrazione che al Consiglio comunale, possiamo dire che Arcigay è entusiasta di queste prime interlocuzioni che aprono ad una prospettiva di comunità in cui tutti, ma proprio tutti, sono uguali davanti alla legge”.