Picchiata alla testa per un’imposta chiusa. La morte di Santa Trovato

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Dalle indagini dei carabinieri, sarebbe emerso che la sera del 20 aprile, l’uomo, Carmelo Chessari, 48 anni, era rimasto accidentalmente chiuso fuori nel balcone. Aveva urlato ma la madre non lo aveva sentito perché guardava la tv.

Quando l’uomo è riuscito ad aprire la porta e a entrare l’avrebbe colpita più volte alla testa a mani nude. Poi il ricovero in ospedale e, dopo 20 giorni, la morte.

L’episodio è avvenuto il sabato santo, di sera. Il giorno seguente il ricovero in ospedale per trauma cranico ed emorragia cerebrale. L’uomo in un primo momento avrebbe detto di non sapere cosa fosse accaduto, ma poi ha ammesso di averla aggredita, riferiscono i carabinieri.

Ora, dopo le indagini, è stato arrestato su ordine del Gip.

Le indagini sono state condotte dai carabinieri che hanno sentito diversi vicini e conoscenti. Ne sarebbe venuto fuori un contesto molto difficile, con maltrattamenti subiti dalla donna che viveva da sola con il figlio. L’uomo era disoccupato e viveva con la pensione dell’anziana madre.

Le ipotesi di accusa sono quelle di omicidio preterintenzionale aggravato.

All’epoca l’uomo non venne sottoposto ad alcuna misura perché non emersero nell’immediato degli elementi che potessero ricondurre la morte della donna alle percosse subite. A chiarire i dubbi sarebbe stata la perizia autoptica disposta dalla procura, indagini dei carabinieri coordinati dal pm Francesco Riccio, che avrebbe dato elementi concreti per ricondurre la morte come effetto dei traumi.

La nota dei carabinieri:

I Carabinieri del NORM – Sezione Operativa – della Compagnia di Ragusa, a conclusione di un’accurata attività d’indagine, hanno arrestato CHESSARI CARMELO, 48enne, ragusano, per omicidio con l’aggravante di aver agito contro un ascendente.

Era il 21 aprile 2019 quando giungeva presso il pronto soccorso dell’ospedale “Giovanni Paolo II”, TROVATO SANTA, classe 1940, in stato di coma, con emorragia  celebrale e il volto tumefatto. A richiedere l’ausilio del 118 era stato proprio il figlio, il quale, non ricevendo alcuna risposta dalla madre, allertava i medici. Sin da subito, le condizioni dell’anziana donna apparivano sospette, soprattutto perché il figlio, unico convivente della donna, non forniva spiegazione alcuna delle condizioni di salute della madre. Intervenivano pertanto i Carabinieri che avviavano sin da subito preliminari accertamenti per risalire alla dinamica dei fatti. Infatti le lesioni della anziana donna erano sintomatiche di un’aggressione avvenuta senza l’utilizzo di mezzi contundenti. Effettuato un sopralluogo presso l’abitazione non venivano rilevati, al di là di un mero disordine, elementi utili per orientare le indagini, quali tracce di sangue od altro, non si rilevavano tuttavia, segni di effrazione che potessero far pensare all’intrusione di persone estranee alla famiglia. Escludendo tale pista appariva alquanto inverosimile che il Chessari non riuscisse a fornire una spiegazione plausibile sulle condizioni della donna. Incalzato dalle domande dei Carabinieri, infine, lo stesso confessava di aver aggredito la madre. Da una prima ricostruzione, la sera del 20 aprile 2019, il Chessari rimaneva accidentalmente chiuso fuori in terrazzo e, nonostante le ripetute richieste di aprire la porta  per poter rientrare in casa, la madre non rispondeva, intenta a guardare la televisione. Tuttavia il Chessari riusciva a forzare la porta e ad entrare in casa. E’ stato in quel momento che, in preda ad un raptus, si scagliava contro la madre, percuotendola e colpendola più volte alla testa a mani nude.

La donna, come raccontato successivamente dall’arrestato, dopo essersi ripresa dall’aggressione si metteva a letto. Solo l’indomani veniva trovata dallo stesso in stato di coma. I medici intervenuti riferivano sin da subito che le condizioni della donna erano talmente gravi da non poter sciogliere la prognosi, dovendosi anzi disporre un immediato trasferimento presso altra struttura ospedaliera di Catania poiché in pericolo di vita, rischiando, in caso di ripresa, di rimanere in uno stato di inabilità totale.

In effetti la donna veniva ricoverata presso l’Ospedale “Cannizzaro” di Catania ove subiva d’urgenza un delicatissimo intervento chirurgico; successivamente veniva ricoverata presso il reparto di rianimazione dell’ospedale “Garibaldi Centro” di Catania, ove decedeva l’11 maggio 2019, senza aver mai ripreso coscienza.

Le indagini dei Carabinieri hanno consentito altresì di raccogliere diverse testimonianze che facevano presupporre una ormai consolidata situazione di maltrattamenti cui era costretta l’anziana donna, la quale, probabilmente, per vergogna o per timore di ricevere ulteriori ripercussioni non denunciava le violenze subite dal figlio.

L’esame autoptico eseguito dal medico legale e disposto per accertare le cause del decesso hanno chiarito la plausibile compatibilità causale cronologica tra il grave trauma cranico subito la sera dell’aggressione e lo stato comatoso insorto solo il giorno successivo, dopo un apprezzabile lasso di tempo, avvenuto a causa di una terapia antiaggregante cui era sottoposta la donna,  che hanno poi determinato il decesso.

L’arrestato è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Ragusa.