Viaggi e rimborsi ai tempi del Coronavirus. Ecco cosa fare

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Come possono difendersi i consumatori che sono costretti a rinunciare a un viaggio a causa del Coronavirus? Cerchiamo di fare chiarezza.

Viaggio in aereo

Il rimborso non è dovuto se il passeggero rinuncia in modo volontario al volo che viene effettuato normalmente. La normativa europea prevede che il rimborso sia dovuto esclusivamente se è la compagnia aerea a cancellare il volo. Tuttavia l’Enac ha esteso il diritto al rimborso anche ai Paesi che applicano restrizioni nei confronti dei viaggiatori italiani: “Chi ha prenotato un biglietto aereo ma non potrà partire a causa delle cancellazioni del volo legate alle restrizioni disposte da alcuni Paesi per la paura da contagio del Coronavirus o a causa del blocco del volo per disposizione delle autorità avrà il rimborso del prezzo del biglietto da parte del vettore”. Lo precisa l’Enac in una nota aggiungendo che non si avrà invece diritto alla compensazione pecuniaria che regola i casi di cancellazione, negato imbarco e ritardo prolungato in quanto la cancellazione del volo non è dipendente da causa imputabile al vettore.

 

Viaggi in treno

Trenitalia e Italo consentono rimborsi integrali ai viaggiatori che hanno rinunciato volontariamente al viaggio, ma con precise indicazioni che potete trovare sui loro siti.

Pacchetti turistici

Il viaggiatore viene rimborsato sia se il viaggio viene cancellato dall’organizzatore, sia se le circostanze di impossibilità siano nel luogo di destinazione o nelle sue immediate vicinanze.

Hotel

I consumatori che hanno prenotato una stanza nella ‘zona rossa’ possono richiedere il rimborso della caparra, se è stata versata, o lo slittamento delle date.

Booking

Booking chiede alle strutture che ricevono delle richieste di cancellazione da parte di persone che si trovano in questa condizione di rimborsare eventuali pagamenti anticipati e di annullare i costi di cancellazione (penali, spese o altri importi), assicurando che non verrà applicata dall’azienda la commissione. Scendendo nei dettagli, è richiesto per le prenotazioni effettuate per le strutture in Cina con check-in fino al 31 marzo (o in giorni precedenti), mentre per le strutture a Macao e Hong Kong con check-in fino al 29 febbraio 2020 o nelle date precedenti. Per quanto riguarda i comuni italiani interessati dalle misure previste dal decreto che regola i comportamenti per la gestione dell’emergenza da Covid-19, devono essere rimborsati i pagamenti anticipati e annullare i costi di cancellazione per i clienti che hanno prenotato fino al 14 marzo 2020. In caso di strutture in altri Paesi, Booking richiede la cancellazione senza pagamenti e con rimborso per i viaggiatori provenienti dalla Cina con check-in fino al 31 marzo, per turisti da Hong Kong e Macao fino al 29 febbraio e per i clienti italiani fino al 14 marzo. La richiesta vale poi anche per i viaggiatori che sono passati per una delle zone colpite, a causa della loro impossibilità a spostarsi liberamente dovendo osservare un periodo di quarantena“.

Airbnb

I nostri Termini delle circostanze attenuanti coprono gli host e gli ospiti, con prenotazioni idonee, interessate dall’epidemia di coronavirus (COVID-19). Stiamo monitorando attentamente le indicazioni ufficiali delle autorità governative e sanitarie locali e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, al fine di tutelare la salute e il benessere della nostra community nelle aree gravemente colpite. Con l’evolvere della situazione, valuteremo e aggiorneremo costantemente questi termini.

Se il tuo viaggio è coperto dai termini, potrai cancellare gratuitamente la prenotazione dell’alloggio o l’esperienza Airbnb“.

Per tutte le informazioni potete consultare il sito: italiarimborso