Il dolore per la morte del papà, la rabbia per la ‘caccia all’untore’

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La terza vittima del Coronavirus in provincia di Ragusa era un 70enne di Scicli. La sua famiglia ha scritto una lettera pubblica, per ricordare e soprattutto per riflettere:

“Sono stati giorni tremendi per me ed i miei familiari, abbiamo perso una persona amata, nostro padre! L’abbiamo perso così improvvisamente, nel modo più crudele, strappatoci via da questo maledetto virus senza potergli stare vicino nel suo ultimo percorso di vita, senza poterlo andare a trovare in ospedale, senza potergli stringere la mano o poterlo guardare negli occhi, quegli occhi che gli si sono chiusi per sempre nella solitudine assoluta…tutto davvero molto triste e doloroso! In poche ore siamo stati letteralmente travolti da una serie di situazioni sicuramente più grandi di noi a cui purtroppo si è aggiunta pure quella squallida del “curtighiu”, si, purtroppo nonostante il già delicato e difficile momento non è servito ad impedire a molte persone di sottrarsi alla gara di chi la sparasse più grossa. Ci può stare che se ne parli in giro, lo sappiamo tutti come funziona in una città come Scicli in questi casi, ma quel che non ci sta e che non vi perdoneremo mai è l’aver tirato dentro questa vicenda Noemi, bimba di soli 7 anni sulla quale vi siete inventati oltre la positività al virus pure un ricovero in ospedale con febbre forte…una incomprensibile cattiveria uscita da feroci pettegolezzi in grado di provocare un dolore indescrivibile che va a sommarsi a quello già immenso per aver perso il pilastro della nostra famiglia! ci limitiamo a dire che dovreste solamente vergognarvi e chiedere scusa!!! Sappiate che abbiamo dato mandato al nostro legale di fiducia di denunciare tutto alle autorità competenti, affinché si risalga ai “colpevoli” e soprattutto perché serva d’insegnamento per le eventuali prossime occasioni, nessuno merita di vivere un tale increscioso sciacallaggio mediatico. Detto ciò ci dispiace deludere coloro i quali hanno divulgato la falsa notizia della positività al virus di noi tutti familiari ancor prima addirittura che ci venisse effettuato il tampone, perché vi comunichiamo che l’esito dello stesso per tutti noi è NEGATIVO! Ringraziando Dio nessuno di noi ha contratto il virus. È finalmente questo uno spiraglio di luce dopo giorni di buio totale che ci dà pian piano la speranza e la forza di ripartire, più forti ed uniti di prima.
Infine consentiteci un ringraziamento a tutti coloro i quali si sono occupati di mio padre nelle ultime ore della sua vita, il personale dell’ospedale: medici, infermieri operatori sanitari, certa che hanno fatto il massimo per aiutarlo, le persone a me care che nonostante la lontananza fisica hanno contribuito a sostenermi e a farmi percepire tutto il loro affetto (sapete voi a chi mi riferisco), i Servizi Sociali del Comune di Scicli che sin da subito si sono messi a nostra completa disposizione, ed in particolar modo il nostro Sindaco Enzo Giannone per la straordinaria sensibilità e vicinanza che ha mostrato nei nostri confronti, e per aver dato assieme alla Polizia Locale di Scicli, nonostante tutto, una degna sepoltura a nostro padre! Grazie di cuore Sindaco, le saremo grati per tutta la vita”. 

Le parole, quella che a nome della famiglia Castronuovo la figlia Simona ha diffuso sui social, sono un monito, una ‘sveglia’ per ciascuno di noi: la paura del virus non può farci tornare all’età della pietra, trascinandoci in una violenza che assomma dolore a dolore. Fermiamo queste mostruose chat con file audio zeppe di menzogne, invenzioni, deliri. La paura c’è e – ci dicono gli esperti – può essere salutare, ma solo se ci induce a comportamenti attenti, a rispettare le norme e le precauzioni. Per tutto il resto ci sono le autorità preposte. Se qualcosa non ci convince, abbiamo fondati sospetti, chiediamo alle autorità competenti d’intervenire. Whatsapp e facebook, se proprio vogliamo, usiamoli per altro!