Dalle serre di Macconi all’Università. Quando il bene genera futuro

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È una storia molto bella, e in tempo di sole notizie negative può aiutarci un po’ a tenere sempre aperta la porta della speranza. E a spingerci a fare. ciascuno di noi, la propria parte, perché questo mondo lo lasciamo un po’ più bello e pulito di come l’abbiamo trovato.

La storia la racconta Emiliano Amico, operatore della Caritas diocesana di Ragusa, sul quindicinale della diocesi, Insieme, il cui numero – curato come sempre dal giornalista Alessandro Bongiorno – è dedicato all’Enciclica di Papa Francesco sulla fratellanza universale.

Ecco l’articolo:

“Esiste una paternità di sangue e una spirituale, ma a me piace pensare che ne esista un’altra che va al di là del credo religioso. Parlo della paternità umana, di cui è stata maestra madre Teresa di Calcutta. Nel lontano 2014 la nostra Caritas diocesana, grazie all’intuizione del direttore Domenico Leggio, che ne percepiva il bisogno del nostro territorio, iniziava il progetto Presidio di Caritas Italiana, per di contrastare il diffuso fenomeno dello sfruttamento in agricoltura. Ma a noi è sempre piaciuto guardare a questo progetto, oltre le attività che ne competono, come un modo per stare con le persone, accompagnarle, creare relazioni. In un certo qual modo quello che penso di aver vissuto in questi 6 anni è stata una paternità umana con molte delle persone che conosciamo ed accompagniamo.

Nel luglio 2016, ad esempio, conoscemmo una famiglia tunisina, con due figli che lavoravano insieme al padre nelle campagne della zona di Macconi. Uno dei due ragazzi, allora 16enne, aveva una grande voglia di potersi riscattare dal dover lavorare nelle campagne.Sin dall’inizio mostrava grande voglia a voler continuare gli studi, così decidemmo di iniziare un laboratorio di alfabetizzazione con lui ed insieme ad altri ragazzi, che vivevano in quel territorio. Tuttavia, per il nostro campione occorreva sin dall’inizio un accompagnamento personale poiché le sue capacità erano molto spiccate. Da lì a poco, con l’accordo dei genitori, si decideva di fare un salto importante per il suo futuro: ritornare tra i banchi di scuola! In molte delle famiglie dei braccianti, però, non sempre si è nelle condizioni economiche per poter affrontare le spese per l’istruzione. Così Presidio si assunse la garanzia di un sostegno iniziale per l’ingresso a scuola del ragazzo.

Oggi quel ragazzo che lavorava in serra è uno studente autonomo e ben inserito che ha iniziato, con migliaia di altri studenti del territorio, il suo anno scolastico. Con grande trepidazione e non senza qualche difficoltà è arrivato al quarto anno scolastico. Proprio in questi giorni, il ragazzo è venuto a trovarci al presidio di Marina di Acate. Quale meraviglia! Che bell’incontro dopo tanto tempo, potersi guardare negli occhi, anche se non possiamo abbracciarci per via del distanziamento Covid-19. Passano i minuti e ci si racconta pezzi di vita e tra questi… le sue affermazioni mi lasciano scivolare qualche lacrimuccia.

Il suo sogno è quello di continuare gli studi dopo il diploma, trasferirsi a Londra e continuare a studiare all’università, ma anche lavorare per mantenersi. Quindi pongo una domanda: “..ma così non potremo più vederci?” Lui ha allora risposto: “eh no no, assolutamente no, io non mi dimenticherò mai di voi, verrò io a trovarvi, grazie a voi io oggi ho un futuro e questo non lo dimenticherò mai. Sai grazie alle app del cellulare sto imparando anche la lingua spagnola e la lingua turca”.

Voglio incoraggiarlo: ”caspita sei proprio bravo, coraggio mio caro ragazzo, ce la farai e riuscirai a coronare tutti i tuoi sogni, non scoraggiarti mai.”

Forse inizio ad invecchiare, ma vi confesso che in questi anni abbiamo accompagnato molti in mille modi e non solo economicamente, soprattutto con il cuore, con la vicinanza, con il conforto, con l’esserci nell’accompagnamento, come si fa con i propri figli.

Quando si semina, il bene arriva sempre e se magari non sarai tu a vederne i frutti, l’importante è che questo sia stato seminato”.