La Polizia di Stato arresta un trentunenne per resistenza a Pubblico ufficiale

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Nella giornata di ieri, durante i servizi di controllo del territorio disposti in ambito provinciale dal Signor Questore di Ragusa, Pinuccia Albertina Agnello, in sinergia con la Polizia Stradale di Ragusa, gli uomini del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Comiso e del Distaccamento Polizia Stradale di Vittoria hanno proceduto all’arresto in flagranza di reato di X.L., trentunenne albanese già noto alle forze dell’ordine, per violenza e resistenza a pubblico ufficiale e al deferimento in stato di libertà di un ventiquattrenne comisano, per guida in stato di ebrezza.

In particolare, poco dopo la mezzanotte la volante del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Comiso procedeva al controllo di un’autovettura, segnalata poco prima per via di una serie di manovre pericolose compiute dal conducente lungo la statale 115 Ragusa – Comiso.

Il conducente, sottoposto all’accertamento tramite etilometro, a cura di una pattuglia della Polizia Stradale del Distaccamento di Vittoria convenuta sul luogo del controllo, risultava avere un tasso alcolemico tre volte superiore alla soglia minima consentita.

Per tale motivo il predetto veniva segnalato all’Autorità Giudiziaria in stato di libertà per guida in stato di ebrezza, con applicazione del sequestro amministrativo del veicolo e ritiro della patente di guida ai fini della sospensione.

Nelle more dell’accertamento, sopraggiungeva una terza persona che, con fare aggressivo, pretendeva che gli agenti dessero atto che si trovava lui alla guida del veicolo e non già il reale conducente, minacciandoli che, in caso contrario, la situazione sarebbe degenerata.

Non pago rivolgeva dapprima la sua aggressività verso uno degli agenti, spintonandolo, per poi fare altrettanto verso gli altri agenti che, con non poche difficoltà, riuscivano a contenerlo e collocarlo in sicurezza all’interno del veicolo di servizio.

Alla luce di tale condotta antigiuridica X.L. veniva condotto presso gli Uffici di Polizia e, dopo gli adempimenti di rito, veniva tratto in arresto per i reati di resistenza, violenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Su disposizione del Pubblico Ministero di turno veniva sottoposto agli arresti domiciliari a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.