Aree Peep, il consiglio comunale ‘stoppa’ altro cemento. Legambiente plaude

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Legambiente ha espresso soddisfazione per la delibera n. 580 della giunta comunale del 16 novembre 2021 che blocca le nuove costruzioni di cooperative e imprese nelle aree PEEP. Viene così accolta la tesi dell’associazione che sin dal 2007 aveva denunciato la speculazione edilizia e la costruzione di case, con grande consumo di suolo, di cui non c’era affatto bisogno visto l’enorme patrimonio edilizio esistente inutilizzato . Finisce un decennio durante il quale le precedenti amministrazioni comunali di Ragusa truccavano i numeri, chi più chi meno. Concordiamo con l’amministrazione comunale  di Ragusa che almeno per i prossimi 10 anni non ci sarà bisogno di né di nuove cooperative né di condomini in aree PEEP. Ma è molto probabile che questa necessità non ci sarà prima del 2040 visto che le previsioni del comune di Ragusa di un aumento della popolazione sono molto ottimistiche all’interno di una regione in forte decrescita demografica e ad elevata emigrazione. Apprezziamo molto la dichiarazione  di procedere verso il consumo di suolo zero, opzione che  deve  fare parte del nuovo PRG, il quale deve anche prevedere il mantenimento dell’art. 48 delle NTA dell’attuale PRG che vieta le costruzioni in zona agricola a chi non è agricoltore, il ritorno ad aree agricole delle attuali aree edificabili delle aree PEEP e norme di mitigazione ed adattamento ai cambiamenti climatici, come la decementificazione per favorire l’assorbimento delle acque, progetti di forestazione urbana ecc.

La nota del sindaco Cassì:

“Con il voto di ieri – dichiara il sindaco Peppe Cassì – l’Amministrazione comunale  ha preso una posizione urbanistica chiara, in controtendenza rispetto alle politiche edificatorie espansionistiche degli anni passati, che hanno di fatto determinato la nascita di interi quartieri in aree periferiche, senza un filo logico, senza la previsione di adeguati servizi ed infrastrutture, senza spazi ed immobili di socialità ed aggregazione, senza una visione urbanistica di insieme, e soprattutto senza che si procedesse ad una reale verifica del fabbisogno abitativo, che è il parametro cardine sul quale deve ruotare qualunque seria pianificazione urbanistica.
Di chi sono le responsabilità di quanto accaduto, di questo scollamento tra aree urbane, di questo proliferare di alloggi di edilizia residenziale pubblica in assenza di requisiti, saranno il tempo e la storia a decretarlo.

Quello che oggi interessa è che il gruppo della maggioranza consiliare ha preso atto dell’impietoso quadro fornito dagli uffici, all’esito di uno studio ed un approfondimento che hanno fotografato lo stato di fatto e da cui è scaturito l’accertamento della assenza, al momento, dei presupposti per una ulteriore espansione delle aree PEEP, ed avvalendosi dei propri poteri di pianificazione si è assunto la responsabilità di invertire decisamente una rotta che ha prodotto in città le disfunzioni urbanistiche sotto gli occhi di tutti, se è vero, come è vero, che sono circa 15.000 in città gli alloggi abitativi non utilizzati (fatto che ha comportato il crollo del valore degli immobili e del costo delle locazioni).
Il gruppo di maggioranza, salvo assenze forzate, ha votato compatto. I consiglieri ed i gruppi di minoranza, con la sola eccezione del consigliere Iurato, sono invece svaniti, evaporati. Hanno scelto di sottrarsi alla responsabilità di esprimere il loro voto, di rendere palese la loro opinione su una materia così delicata e sulla quale il Consiglio Comunale, e non la Giunta (è sempre utile ricordarlo), ha potere decisionale. Ci sono temi sui quali si può fare strategia, si può contare sulle lacune o sulle titubanze dei gruppi politici avversi. Ce ne sono altri, cruciali per il futuro della comunità, sui quali il dovere di restare in aula e di votare fa il paio con il diritto degli elettori di conoscere l’opinione degli eletti, di tutti gli eletti.
Il Consiglio Comunale ha adottato la scelta “giusta”, non so quanto “utile” in termine di consenso, ma è di certo la scelta giusta, improcrastinabile e forse persino tardiva, in piena coscienza, senza condizionamenti ideologici o pregiudizi, ma con in mente un modello di città più equilibrato ed armonico. La strada che porta verso la adozione del nuovo PRG è stata imboccata con decisione, anche se i buoi sono già scappati dal recinto e il percorso verso una riconnessione delle varie parti di una città che decresce anziché crescere per numero di abitanti, non sarà breve ed indolore.“