A Marina di Ragusa ancora vietato usare l’acqua per scopi potabili

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Il divieto di utilizzo dell’acqua per scopi potabili a Marina di Ragusa e contrade limitrofe, stabilito con ordinanza sindacale del 19 gennaio, non è ancora stato revocato. Il divieto era stato imposto a causa della presenza di nitrati nell’acqua superiori ai limiti previsti dalla legge. Se da un lato prima l’assessore Giuffrida in un comunicato di venerdì 21 gennaio, poi, ieri sera, il sindaco Cassì rassicurano sull’imminente soluzione del problema, dall’altro non si spengono le polemiche da parte dei cittadini residenti nella frazione ragusana né delle altre parti politiche.
Questo è quanto ha reso noto ieri il sindaco Peppe Cassì:
“È in via di superamento il fenomeno di inquinamento idrico che interessa alcune zone di Marina di Ragusa, dove è stato registrato un lieve superamento delle quantità dei nitrati, sostanze comunque non particolarmente nocive giacché presenti in molti alimenti.
Secondo le ultime analisi, la quantità di nitrati presenti è in calo: appena possibile sarà quindi revocato il divieto di utilizzo dell’acqua per scopi potabili.
A questo proposito ribadisco che il potabilizzatore di Camemi, realizzato da anni, è stato attivato solo da pochi mesi a seguito di laboriose interlocuzioni con la Regione ed il consorzio di bonifica. Il prelievo consentito di 500.000mc dalla ‘vasca Ragusa’, quindi dalla Diga di Santa Rosalia, è al momento limitato a 6 mesi, coincidenti con il periodo più caldo e di maggiore presenza turistica.
Nell’interesse dei residenti di Marina e delle contrade interessate, abbiamo avviato un confronto con la Regione per ottenere l’estensione del diritto al prelievo idrico per tutto l’anno, restando sempre nei limiti del quantitativo massimo consentito di 500.000mc. per anno.
Peraltro, proprio nell’ottica di dotare finalmente le contrade di collegamento idrico con l’acquedotto pubblico, nei giorni scorsi il Comune ha avviato l’iter di esecuzione dei lavori di realizzazione della nuova rete idrica a servizio di Gatto Corvino, finanziati con mutuo di importo pari a 650.000€.”

 

E stamattina è arrivata puntuale la replica all’assessore Giuffrida da parte del segretario PD Peppe Calabrese:

“È incredibile notare con quale tranquillità membri dell’amministrazione comunale di Ragusa si siano specializzati nell’arte del minimizzare qualsiasi problema, riducendolo a fatto transitorio, mentre ogni mancanza amministrativa viene giustificata con il tentativo di far passare ogni azione ordinaria dell’amministrazione come straordinaria. L’assessore Giuffrida, tra tutti, è un vero fuoriclasse in questa disciplina, secondo solo al sindaco Cassì.
Facciamo ordine: con ordinanza sindacale numero 118 del 19 gennaio 2022, il sindaco ha vietato l’utilizzo dell’acqua praticamente per tutta Marina di Ragusa perché sono stati riscontrati parametri difformi ai requisiti richiesti dalla legge in merito alla presenza di nitrati. È un problema che la nostra città conosce bene, altri sindaci in passato hanno dovuto disporre lo stesso divieto per Marina di Ragusa a causa dello sforamento del parametro massimo di nitrati consentiti, il cui massimo è 5 mg per litro, mentre i nitriti devono essere inferiori a 0,5 mg/l. Infatti, circa 15 anni fa, è stato installato un denitrificatore a servizio della località costiera proprio per tentare di risolvere la questione. Poiché, però, quella dell’inquinamento temporaneo delle acque non è l’unica criticità idrica di Marina di Ragusa, ma c’è pure il problema della siccità e dell’enorme aumento di consumi nel periodo estivo, ci si è spesi nel tempo per costruire l’acquedotto di Camemi in modo da poter rifornire quel centro abitato con l’acqua proveniente dall’invaso di Santa Rosalia. Ora, siamo consapevoli del fatto che se l’acqua della rete idrica cittadina si inquina non può certo essere colpa dell’Amministrazione comunale; tuttavia siamo sicuri che quando si hanno gli strumenti per ovviare a un problema e questi non vengono usati qualche responsabilità c’è. Responsabilità che ci sono senza dubbio anche quando uno stesso problema si verifica ciclicamente e non ci si adopera per impedire che succeda nuovamente. Così, alla notizia del divieto di utilizzo delle acque il Partito Democratico e l’associazione Pericentro hanno segnalato che se si fosse messo a regime l’acquedotto di Camemi, il divieto di utilizzo dell’acqua sarebbe stato necessario per appena qualche ora e non cinque giorni come quelli appena passati. A questo punto il capolavoro di Giuffrida: venerdì l’inquinamento era in fase di superamento, ma al momento in cui scriviamo l’ordinanza non è stata ancora revocata; il lieve sforamento dei parametri non sarebbe grave ‘giacché presenti in molti alimenti’. Allora perché la legge dice che devono essere inferiori a un tot? L’assessore ha avuto delle particolari dritte dal mondo scientifico che gli suggeriscono di infischiarsene della legge? Giuffrida ha poi detto che ‘il potabilizzatore è stato attivato solo da pochi mesi a seguito di laboriose interlocuzioni con la Regione’, quasi per far pensare che è stato un risultato faticoso… Segnalo all’assessore Giuffrida che nessuno obbliga lui o chiunque altro a fare l’amministratore della cosa pubblica. Se il lavoro è troppo duro potrebbe pensare a lasciarlo nelle mani di qualcuno più abituato al sudore. Poi l’ultima chicca: non è possibile prelevare acqua dalla vasca di Santa Rosalia perché la quantità consentita è di 500.000mc solo per sei mesi e cioè nel periodo dell’anno in cui fa più caldo. Francamente abbiamo difficoltà a credere che in caso di emergenza, come per l’inquinamento dell’acqua potabile, qualcuno potrebbe mai impedire di consentire per pochi giorni l’utilizzo di quella risorsa a Marina di Ragusa nel periodo dell’anno in cui la popolazione è minima rispetto all’estate.
Sembra tanto, in tutta onestà, che la posizione di Giuffrida sia quella di chi deve cercare a tutti i costi delle scuse più o meno plausibili per coprire le proprie mancanze. I dati di fatto però restano: ad oggi, dopo cinque giorni, il divieto di utilizzare l’acqua a Marina di Ragusa è in vigore; in quattro anni non è stato immesso un metro cubo d’acqua nella condotta di Camemi; dopo quattro anni di amministrazione Cassì le contrade continuano a non essere allacciate alla rete idrica cittadina. Forse Giuffrida dovrebbe imparare a far silenzio ogni tanto”.