Il ‘battesimo’ di Achille Lauro. A Vittoria una preghiera solenne di riparazione

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Purché se ne parli. È il motto per eccellenza di Sanremo. E di sicuro Achille Lauro è riuscito nella (non difficile) impresa: mimare un battesimo gli è valso grandi discussioni sui social. Una mossa abile nel mettere in luce la ben più modesta qualità della canzone. Oggi la polemica impazza. E lo sport nazionale è quello di chi dà prima del bigotto all’altro. Un giochino per nulla nuovo, ma sempre ben rimodulato. Com’era prevedibile, una parte di cattolici se l’è presa a male.

Tanto che a Vittoria si farà un’adorazione eucaristica di riparazione. Un’antica tradizione che si rinnovava in tempi particolari, come nel giorno di carnevale, quando – si diceva – si commettono tanti peccati.

A lanciare l’iniziativa è don Salvatore Mallemi, parroco della chiesa di San Francesco di Paola. Su facebook scrive: “Cari fratelli e sorelle, il prossimo 4 febbraio è il primo venerdì del mese, dedicato alla riparazione al Sacro Cuore di Gesù. Nella nostra parrocchia si svolgerà l’adorazione eucaristica prolungata dalle ore 9 alle ore 15 e dalle ore 18 alle ore 20.30. La Messa sarà celebrata alle ore 17.30. Al termine della celebrazione reciteremo pubblicamente l’atto di riparazione al Sacro Cuore di Gesù, preghiera che vi invito a rinnovare anche al termine della vostra ora di riparazione ed in famiglia, quando vi riunirete per i pasti”.

Inserisce una serie di intenzioni di preghiera, con “l’invito in particolare ad offrire la penitenza del venerdì e l’adorazione eucaristica per questi scopi”.

Il primo: “In riparazione degli atti blasfemi che in questi giorni si compiono al festival di Sanremo e che sono addirittura pubblicizzati con grave scandalo dei fedeli dalla TV di stato”.

Duro anche il commento del vescovo di Sanremo: «La penosa esibizione del primo cantante ancora una volta ha deriso e profanato i segni sacri della fede cattolica evocando il gesto del Battesimo in un contesto insulso e dissacrante. Non stupisce peraltro che la drammatica povertà artistica ricorra costantemente a mezzi di fortuna per far parlare del personaggio e della manifestazione nel suo complesso».

Al di là di ogni considerazione, nei fatti c’azzecca, quando parla della “drammatica povertà artistica”. Ovviamente il presule ha più a cuore la questione dei segni religiosi, ma l’obiezione sulla finta novità di queste trovate sarebbe da analizzare proprio sul piano artistico e culturale.

Laconico il commento di don Carmelo La Magra, per anni parroco di Lampedusa:

“Ma è possibile che tutta la cattolicità vi viene fuori quando canta #AchilleLauro? Scandalizzatevi per altro e fatevela una risata ogni tanto!”.