La rivoluzione gentile di Franco Grillini. Ieri l’incontro organizzato da Agedo

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Franco Grillini è un uomo gentile e ironico che ha fatto la storia del movimento per i diritti civili delle persone omosessuali in Italia. Nell’incontro di ieri, organizzato da Agedo Ragusa al Centro commerciale culturale di via Matteotti, un pezzo importante di quella storia è stato rivissuto attraverso la sua testimonianza diretta e la proiezione del docufilm Let’s Kiss del regista Filippo Vendemmiati sulla vicenda umana e politica di Grillini e le sue lotte, che hanno contribuito a cambiare il volto del Paese.

Giornalista, scrittore, più volte parlamentare, Grillini detto ‘Grillo’ è soprattutto un attivista instancabile che ha combattuto tutta la vita contro l’odio e il pregiudizio e per l’ottenimento dei diritti civili. Con determinazione e gentilezza, ma anche con grande ironia e immaginazione.

Nel 1982 fonda a Bologna il ‘Circolo di cultura omosessuale 28 giugno’ del Cassero, che diverrà sede storica del movimento Lgbt+ in una delle città più attive in Italia sul fronte della militanza omosessuale. La manifestazione per l’inaugurazione del circolo, il 28 giugno 1982, la ricorda come una data storica per l’intero Paese, un punto di svolta nella visibilità e presa di coscienza delle questioni Lgbt+. Anche se allora quella parte del movimento era fatto soprattutto da gay, tanto che tre anni dopo al congresso di fondazione dell’Arcigay Nazionale, di cui Grillini è stato ideatore, promotore e presidente (e tutt’oggi ne è il presidente onorario), non erano presenti le lesbiche.

Ci sarebbero voluti decenni per costruire il terreno condiviso di una lotta che accomuna le varie componenti del movimento, per aggiungere alla G di gay le altre lettere dell’acronimo Lgbtqi+, con quel segno + che è un’apertura e un’inclusione verso tutte le espressioni di genere possibili, comprese quelle che rifiutano di identificarsi in alcun genere.

Dagli anni Ottanta il suo impegno non si è mai fermato, passando per le campagne di informazione sull’Aids e la memorabile distribuzione di preservativi in piazza nel febbraio 1987, quando l’allora ministro della Sanità Donat-Cattin si trovava in visita a Bologna, fino alle lotte dentro e fuori dalle aule parlamentari per il riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali. La legge, finalmente approvata solo nel 2016 (legge Cirinnà), sancisce le ‘unioni civili’, ma secondo Grillini, che di matrimoni ne ha celebrati a decine, per la gente quello tra persone dello stesso sesso è un matrimonio punto e basta, perché la cultura è cambiata radicalmente negli ultimi cinquant’anni e il diritto all’affettività di ogni persona, qualsiasi siano le sue scelte, è ormai ampiamente riconosciuto. Il giorno in cui la legge è stata definitivamente approvata alla Camera, il 12 maggio 2016, Grillini è stato chiamato al telefono dai tanti amici e compagne/i di lotte che festeggiavano in piazza: “Se siamo qui è anche grazie a te”.

La ‘rivoluzione dei sentimenti’ di Franco Grillini è stata ed è una rivoluzione senza sangue, senza violenza, una rivoluzione gentile, come recita il sottotitolo del docufilm di Vendemmiati. Attraverso la voce narrante dello stesso Grillini, il regista racconta cinquant’anni di lotte e conquiste, da Bologna, a Roma a New York, dove Franco e Filippo sono volati nel giugno 2019 in occasione del Pride commemorativo dei cinquant’anni di Stonewall, “quando tutto ebbe inizio”. Nel film si vede Grillini circondato dal popolo festante del Pride sulla sedia a rotelle alla quale l’ha costretto la sua malattia, che affronta giorno dopo giorno coraggiosamente e apertamente, perché anche sul cancro ha voluto fare coming out in modo limpido e sereno. “Ho ritrovato nell’esperienza del cancro quello che ho visto negli anni Ottanta per l’Aids”, spiega.

Certo, sono ancora molte le conquiste da fare, basti pensare che in sette Paesi del mondo l’omosessualità è tuttora punibile con la pena di morte, ma di strada se n’è fatta tanta. “Ci sono stati più cambiamenti in questi cinquant’anni che nei duemila precedenti per quanto riguarda la questione Lgbt+”, chiosa Grillini. E se così è stato, senza dubbio una parte del merito è proprio sua.