L’ultimo saluto a padre Pluchino. Il vescovo: “Sacerdote mite e discreto”

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È stato il vescovo, monsignor Giuseppe La Placa, a presiedere, in Cattedrale, il funerale di don Giovanni Pluchino, morto all’alba di sabato a Ragusa all’età di 84 anni.

A concelebrare numerosi sacerdoti della diocesi.

Nell’omelia, il vescovo ha ricordato che padre Giovanni aveva dedicato impegno e dedizione sempre nella città di Ragusa. Prima vicario parrocchiale all’Ecce Homo, poi alle Anime Sante del Purgatorio. I numerosi anni da parroco a alla Nunziata e poi al Santissimo Salvatore, “distinguendosi per mitezza, discrezione, disponibilità e attenzione soprattutto verso i confratelli malati, che andava regolarmente a trovare”.

Era stato anche cappellano dell’Istituto Santissimo Redentore delle suore Sacro Cuore e, nell’ultimo periodo, amministratore parrocchiale alle Anime Sante del Purgatorio di Ibla.

Poi il vescovo ha riportato alcuni messaggi che in questi giorni, sui social, si sono moltiplicati per ricordare padre Pluchino: “Mi ha insegnato tutto, l’amore per nostro Signore, il servizio verso i fratelli e la comunità…Padre Pluchino era una persona speciale, sempre con il sorriso sulle labbra, disponibile… Un bravissimo sacerdote, un punto di riferimento: mi voleva tanto bene e io gliene volevo anche a lui… Un uomo molto semplice, ma di grande profondità spirituale, un sacerdote davvero speciale…”.

Il presule ha poi ricordato il suo primo incontro con padre Pluchino, pochi giorni dopo l’ordinazione episcopale. Il racconto degli anni del suo ministero, quando alla Nunziata celebrava in un garage e utilizzava un vagone di treno dismesso per le attività pastorali e la catechesi.

“Quando sono andato a trovarlo a casa mi mostrava le foto di quegli anni, ricordando commosso quell’esperienza di Chiesa in uscita…”.

E ancora: “Ora padre Giovanni è nella pace del Signore… Nella morte di padre Giovanni noi celebriamo la sua Pasqua, il suo passaggio da questo mondo al Padre…”. E una preghiera al Signore perché doni nuovi sacerdoti alla Chiesa ragusana che padre Giovanni ha sempre amato.