I pazienti del Centro Diurno di Modica in visita alla mostra di Fratantonio 

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Nei giorni scorsi i pazienti del Centro Diurno di Modica sono andati in visita alla mostra del maestro Salvatore Fratantonio, accompagnati, insieme ad altri utenti di comunità e altri visitatori, dal pittore e dalla dott.ssa Elisabetta Rizza, curatrice della mostra. Un percorso alla scoperta   delle opere di “GIALLO, variazioni e ritorni – Palazzo Grimaldi – Modica.

Come dicono gli operatori del Centro Diurno – Dipartimento Salute Mentale – Modica – «Il contatto con i quadri è stato per i pazienti un incontro con l’arte, ma anche con le emozioni, i sentimenti e i vissuti che ogni opera veicola – l’angoscia, il dolore, l’abbandono, la speranza, il desiderio…». Si tratta dei sentimenti autobiografici dell’autore, ma anche delle «emozioni che le opere evocano in ciascuno di noi», come Fratantonio ha sottolineato, dialogando con pazienti e operatori.

«I fiori, le rose, il giallo, rappresentano ciò che ritorna nell’arco della vita, uguale e diverso allo stesso tempo: l’incontro con l’Altro, con il dolore, con l’angoscia, con il desiderio…» «l’arte ha una funzione”, sostiene l’autore della mostra, «sembra inutile, ma è necessaria”, alla cura, alla vita, aggiungiamo noi». 

La cura della malattia mentale, alla luce dei più recenti orientamenti, mira alla riabilitazione in ambito sociale, relazionale ed esistenziale e non più esclusivamente alla riduzione dei sintomi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, evidenzia l’importanza di un approccio basato sulla recovery“che ponga l’enfasi sul sostegno agli individui con disturbi mentali e disabilità psicosociali nella realizzazione delle proprie aspirazioni e obiettivi”.  

A questa prospettiva terapeutica di ampio respiro, che affonda le sue radici nel pensiero basagliano, si ispira il lavoro al Centro Diurno del Servizio di Salute Mentale di Modica. In questa ottica va decifrato il lavoro artistico che, da anni, vede protagonisti gli utenti, non solo pazienti, bensì creatori delle proprie opere, ma soprattutto della propria vita, accompagnati in questo percorso dagli operatori del servizio e da artisti e professionisti di varie forme espressive: pittori, scultori, attori, scrittori, fotografi.

Nella cura non si tratta, dunque, solo di sintomi, ma di arte, di vita.