Contrasto alla contraffazione, sequestrati oltre duemila accessori elettronici

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I finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno sottoposto a sequestro oltre 2.200 dispositivi auricolari e smartwatch, verosimilmente contraffatti. In particolare, i militari della locale Compagnia della Guardia di finanza, nel corso di specifiche attività a contrasto dell’abusivismo commerciale, della contraffazione marchi e delle violazioni in tema di sicurezza dei prodotti, hanno individuato a Catania un esercizio commerciale, gestito da un imprenditore di origine cinese, al cui interno erano esposti per la vendita i citati gadget tecnologici, risultati, per foggia e segni distintivi, riproduzioni di prodotti particolarmente richiesti di noti brand come “Apple” e “Samsung”. Gli approfondimenti eseguiti in loco hanno consentito di appurare l’assenza di documentazione commerciale comprovante l’acquisto e la provenienza della merce. Inoltre, allo scopo di verificarne la genuinità, gli operanti hanno effettuato rilievi fotografici, parte dei quali sono stati trasmessi, per una preliminare valutazione tecnica, a una società incaricata di tutelare il marchio “Apple” sul territorio nazionale: all’esito della disamina del materiale fotografico, la società ha comunicato la verosimile violazione del marchio di modelli denominati “EarPods”, “AirPods” e “Apple Watch”. Alla luce degli elementi acquisiti – nell’attuale stato del procedimento, in cui non si è pienamente realizzato il contraddittorio con la parte – si è pertanto proceduto al sequestro dei beni, dal valore commerciale stimato di circa 14 mila euro, e alla denuncia del titolare dell’esercizio commerciale alla Procura della Repubblica di Catania per i reati di introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi e di ricettazione. Il sequestro è stato convalidato dall’Autorità Giudiziaria. L’operazione testimonia la costante attenzione del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania nella prevenzione e repressione del commercio di prodotti non originali o comunque di illecita provenienza, al fine di minimizzare le conseguenze dannose, non solo per il mercato e le imprese sane, ma anche per la salute dei consumatori, esposti a prodotti privi di ogni garanzia di sicurezza e qualità.