I lavori di dragaggio al porto turistico di Marina di Ragusa prorogati sino al 16 giugno

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“Dopo un intero inverno in cui si sarebbe potuti arrivare a una soluzione, prendiamo atto che si continuerà ancora a dragare sino al 16 giugno, dopo l’ordinanza emessa dalla Capitaneria di porto, con grave pregiudizio per l’attività delle varie imprese che orbitano nell’area del porto turistico le quali attendevano questo momento per riuscire a recuperare il fermo dei mesi invernali. Il divieto di balneazione che comincia dal porto e arriva sino allo stabilimento balneare del Margherita si somma, tra l’altro, ai disagi dovuti al lungomare ancora chiuso. Insomma, l’inizio della stagione estiva si può ritenere un disastro”. E’ Confcommercio provinciale unitamente a Confcommercio sezionale Ragusa a raccogliere le rimostranze degli operatori economici della zona i quali si dicono assolutamente basiti per quanto sta accadendo. “E’ una situazione – chiariscono ancora gli stessi operatori – semplicemente assurda. Marina di Ragusa è bandiera blu e non possiamo subire questo stato di cose da parte di una società straniera che, lo dicono i fatti, si è trastullata per tutta la stagione invernale e ora deve pensare a dragare. Questi lavori andavano completati molto tempo prima. Tra l’altro, quando turisti e bagnanti si sono accinti a prendere il bagno, nelle poche volte in cui è stato possibile in questi giorni, hanno dovuto fare i conti con l’insorgere di bollicine sulla pelle del proprio corpo. Il motivo? Probabilmente è dovuto alla melma del dragaggio che viene sistematicamente riversata sulla spiaggia. Inconcepibile”. Il presidente provinciale Confcommercio, Gianluca Manenti, con il presidente sezionale, Danilo Tomasi, si fanno entrambi portavoce di questa esigenza degli operatori della zona nei confronti del riconfermato sindaco Peppe Cassì e auspicano che “si possa trovare una soluzione il più possibile rapida nell’interesse dei nostri associati ma anche di chi fruisce delle nostre spiagge affinché possa serbare un ricordo positivo e non certo un’esperienza che, come sembra da alcune testimonianze già arrivate, è stata davvero problematica”.