30 anni dopo la città ricorda Andrea Castelli, vittoriese vittima di mafia

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Ricorre domani, 5 luglio, il 30° anniversario della morte di Andrea Castelli, il giovane vittoriese barbaramente ucciso davanti l’uscio di casa sua a Caucana. L’Amministrazione comunale di Vittoria, per ricordare il giovane, vittima di mafia, ha organizzato per domani la deposizione di una corona di fiori nella piazzetta della Delegazione comunale di Scoglitti. Qui, infatti, è presente una lapide in sua memoria. Alla cerimonia, che prenderà il via alle ore 19, saranno presenti i familiari della vittima.

24 anni, elettricista, il ragazzo ha pagato con la vita l’essere intervenuto a difesa della sorellina, e di altre ragazzine, da un molestatore. Era il 4 luglio del 1993, una domenica, quando Andrea si trovava con la famiglia in spiaggia, a Caucana. Tra la folla anche Filippo Belardi, 25 anni, ricercato per omicidio e altri reati e considerato affiliato alla cosca gelese capeggiata da Giuseppe Madonia. Proprio Belardi inizia a molestare alcune ragazzine sulla spiaggia con pesanti apprezzamenti a sfondo sessuale. Tra loro anche la sorellina di Castelli, originario della vicina Vittoria. Con loro anche la madre dei due, Maria Teresa Napolitano, e la fidanzata di Andrea. Nonostante la presenza dei familiari, Belardi si avvicina alla bambina. Andrea a quel punto interviene e lo costringe ad allontanarsi.

La cosa sembrava finita lì, ma l’indomani (poco prima delle ore 20) Filippo Belardi si presenta a casa dei Castelli, l’abitazione di villeggiatura nella stessa Caucana. Urlando, chiede: “chi è quello stronzo che mi ha minacciato ieri sulla spiaggia?”  Andrea Castelli si fa avanti, con la madre e la fidanzata. Comincia una discussione con la quale i tre cercano di convincere l’uomo ad allontanarsi e considerare chiuso l’episodio del giorno prima. Niente da fare, Belardi chiede ad Andrea di discutere la cosa da soli, da “uomini”. Gli stringe il braccio sinistro attorno al collo, portando la testa del giovane davanti alla sua spalla. Poi non dice una parola, estrae la pistola e spara alla tempia di Andrea. Per spaventare i presenti, probabilmente per riuscire a scappare meglio, spara altri due colpi: uno va a vuoto, uno ferisce una donna di 36 anni ad una gamba.

Sul posto arriva un’ambulanza, ma il ragazzo arriverà già privo di vita all’ospedale di Ragusa. Scattano le ricerche e alcune ore dopo, la Polizia di Stato sorprende Belardi mentre rientra a casa sua.